Dopo aver riportato il Milan nell’Europa che conta e aver vinto un incredibile e inaspettato Scudetto, Stefano Pioli ha perso quel tocco magico che aveva permesso al Diavolo di tornare ad alzare la testa. A mettere in evidenza il momento poco felice del tecnico rossonero è stato ancora una volta il ‘collega’ Simone Inzaghi. L’allenatore dell’Inter, che già aveva dominato nella finale di Supercoppa e nei recenti derby di campionato, ha messo il dito nella piaga rossonera anche nella semifinale d’andata di Champions League: vinta dall’Inter ma soprattutto persa dal Milan.
Al fischio d’inizio della stracittadina europea, la formazione di Pioli si è infatti presentata in campo impaurita, scarica ed imprecisa: insomma, sanguinante di fronte allo squalo nerazzurro. Un atteggiamento imbarazzante, del quale devono fare ‘mea culpa’ non solo i giocatori scesi sul terreno di gioco ma anche lo stesso Pioli: evidentemente incapace di preparare al meglio i suoi ragazzi alla battaglia contro Dzeko e compagni. Il tutto al netto di una situazione in campionato per nulla rassicurante.
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Ad oggi quinto in campionato, proprio dietro l’Inter, il Milan di Pioli deve infatti sperare di far bene nelle ultime partite rimanenti e di entrare tra le prime quattro, in modo da poter nuovamente giocare la Champions League nella prossima stagione. Senza l’accesso al massimo torneo continentale, la stagione milanista potrà definitivamente essere certificata come fallimentare e di questo, come al solito, potrebbe pagarne in prima persona proprio l’allenatore.
Tradito dalla fortuna, che in stagione gli ha tolto diversi giocatori fondamentali, e da una dirigenza che non è riuscita a spendere bene il tesoretto durante il mercato dell’estate scorsa, Stefano Pioli rischia dunque il clamoroso esonero a fine stagione. Non esente da errori e da patetiche recriminazioni post derby (“Fino al settimo minuto l’Inter non era ancora entrata nella nostra area, poi al primo calcio d’angolo ha fatto gol“), il mister rossonero sa bene che il suo futuro è legato non solo ai risultati della squadra, ma anche ai cambi repentini di strategia della proprietà americana. Di fronte ad un fragoroso flop, Cardinale potrebbe infatti decidere di dire addio all’allenatore dell’ultimo scudetto del Diavolo.
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