A molti appassionati di Fantacalcio, il nome di Riccardo Albini non dice nulla. Eppure, senza la sua brillante intuizione, molti di loro non sarebbero ancora qui a chiedersi qual è la miglior formazione da schierare ogni weekend. Già, perché lo si deve proprio a Riccardo se il Fantacalcio è arrivato in Italia e ha avuto un incredibile successo. In questa intervista ESCLUSIVA con CalcioToday, l’inventore di questo appassionante gioco rivela come e quando è nata l’idea di proporlo ai tifosi italiani.
A poche ore dalla festa scudetto del Napoli, trascinato per la gioia dei ‘fantacalcisti’ dai gol di Osimhen e dalle giocate di Kvaratskhelia, abbiamo intercettato telefonicamente Riccardo Albini: il papà del Fantacalcio in Italia.
“Negli anni 80 ricoprivo il ruolo di direttore di una rivista di videogiochi – spiega Riccardo – e durante un mio viaggio di lavoro a Chicago, trovai in una libreria ‘Fantasy Football’: un libro dedicato al football americano. Dopo averlo comprato e portato in Italia, insieme al mio socio decisi di provare ad adattare il gioco per il mercato italiano utilizzando le pagelle dei calciatori. Da quel libro è nata l’idea del Fantacalcio“.
“Abbiamo fatto un test di due anni. Lo abbiamo provato giocando per diverse settimane, prima di arrivare alla decisione di farne davvero un gioco per tutti. Quando abbiamo pubblicato il libro non c’era nulla. Non c’era Internet, non avevamo le email e nonostante il basso numero di copie inizialmente vendute, la cosa ha funzionato. Le persone che comprarono il libro, proprio per cominciare a giocare, diventarono inoltre degli ‘evangelisti’ del Fantacalcio e dalle 2500 copie vendute nel primo anno passammo velocemente a numeri molto più importanti“.
Riccardo Albini, il Fantacalcio e l’affetto della gente
Riccardo perché il Fantacalcio è così amato dal pubblico italiano?
“Perché è strettamente legato al calcio. Il giorno in cui questo sport non interesserà più a nessuno sarà così anche per il Fantacalcio. È amato perché grazie a lui puoi venderti come un esperto di calcio, anche se nel gioco conta molto la fortuna. Un altro fattore importante che ha contribuito al suo successo, soprattutto sulla lunga distanza, è inoltre la possibilità di condividere questa passione anche con vecchi amici con i quali magari ci si è persi di vista. E se ci pensi questa passione alla fine fa bene anche al calcio stesso, perché il gioco ti invita a seguire partite che magari fino a qualche anno fa probabilmente non avrebbero avuto tutto questo interesse“.
“La forza del Fantacalcio è che davvero ci possono giocare tutti. Ci sono gli assatanati, quelli che studiano, perdono tempo e magari divorziano (ride, ndr), ma c’è anche chi lo gioca per pochi minuti, senza dedicargli molto tempo. Se ci pensi bene non devi fare molto per giocarci. È questo è sicuramente un aspetto importante. Non devi comprare nulla, non devi portarti in giro nulla, puoi giocare dappertutto…anche se ti trovi fisicamente lontano dai tuoi amici. C’è molta passione attorno al Fantacalcio, ma puoi giocarlo anche in maniera più tranquilla“.
Il Fantacalcio ti ha cambiato la vita?
“Quando mi incontrano, e vengono a sapere che ho inventato il Fantacalcio, tutti pensano che io sia diventato milionario. Non è così. Ma grazie al gioco ho ottenuto la cosa più importante: l’affetto della gente. C’è riconoscenza nei miei confronti, è una cosa fantastica ed è per me la cosa più importante. Magari non sarò cosi simpatico alle loro mogli, ma in effetti ci sono tante persone che mi vogliono bene“.