Samuele Vignato, centrocampista classe 2004 del Monza, è uno dei giovani più interessanti della nostra Serie A. Fratello di Emanuel, giocatore del Bologna oggi in prestito all’Empoli, cresciuto nel Chievo Verona e strappato da Galliani alla concorrenza di diverse big italiane e straniere, il baby talento brianzolo è stato il protagonista della tappa monzese della Junior Tim Cup – Keep Racism Out: il torneo giovanile di calcio a 7 riservato a giovani under 14, giunto alla sua decima edizione, e promosso da Lega Serie A, TIM e Centro Sportivo Italiano.
Reduce dal raduno di Coverciano con l’Italia Under 19 di Alberto Bollini, Samuele Vignato fa parte di quel gruppo di baby talenti già aggregati alle prime squadre del nostro massimo campionato. Apprezzato da Raffaele Palladino, che ha confermato di avere un debole per la stellina italo-brasiliana, e sotto contratto con il Monza fino al 2025, il trequartista biancorosso ha parlato in ESCLUSIVA a CalcioToday, a margine dell’evento Junior Tim Cup, dopo aver firmato decine di autografi a piccoli calciatori.
“Mi fa un effetto bellissimo vedere la passione di molti bambini – ha spiegato Samuele Vignato – Una volta ero io dalla loro parte. Spero si possa avverare il loro sogno. Il segreto è non mollare mai e allenarsi sempre“.
Sei arrivato in una piazza importante come quella di Monza. Cosa ti aspetti da questa ultima parte di stagione?
“Spero di poter fare qualche minuto in più, ma è molto complicato perché abbiamo una squadra fortissima. Imparo ogni giorno dai miei compagni e soprattutto dal mister. È davvero un onore per me essere qua a giocare con loro“.
Guarda la video intervista a Samuele Vignato
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Qual era il tuo idolo da bambino e qual è il giocatore che oggi apprezzi di più?
“Il mio idolo di sempre è Ronaldinho. Ho scelto la maglia 80 perché era il suo numero quando giocava nel Milan. Tra i giocatori di oggi preferisco Neymar e Leo Messi, secondo me il più forte di sempre“.
Rispetto a qualche anno fa, c’è una maggiore attenzione verso i giovani calciatori?
“Credo proprio di si, oggi c’è più attenzione verso questo aspetto. Anche in nazionale. Rispetto a prima ci sono più scout e preparatori anche nelle giovanili. Prima non c’erano“.
Sei fresco di convocazione azzurra. Che effetto fa indossare quella maglia?
“È bellissimo. Ovviamente è sempre un onore vestire la maglia dell’Italia. È sempre bello essere convocati“.
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