Francesco Facchinetti, cantante, conduttore, manager di artisti e anche agente di calciatori: “Voglio gestirli come si gestiscono gli artisti”
Il mondo degli agenti di calciatori, si sa, da sempre è popolato da personaggi bizzarri, improbabili e improponibili, faccendieri e avventurieri e. Individui in cerca di visibilità e notorietà attraverso il medium dello sport più amato al mondo.
Se quella del calciatore è in cima alla lista delle professioni più ambite, molto gettonata è anche quella dell’agente dei calciatori. Del resto, figure come Jorge Mendes e il compianto Mino Raiola, a capo di vere e proprie aziende e pertanto in grado di influenzare il mercato anche dei top club, hanno reso particolarmente appetibile la professione dell’agente di calciatori, un professionista che pur lavorando dietro le quinte è ormai familiare ai tifosi, oltre che ovviamente agli addetti ai lavori, quanto le star del pallone.
Francesco Facchinetti: “Tutto parte da una passione e un amore smisurati”
Se un tempo c’erano i faccendieri, personaggi che senza tanti scrupoli e con molto pelo sullo stomaco si offrivano come mediatori per agevolare il buon esito delle trattative di mercato dei club, oggi, a dispetto della regolamentazione del settore con tanto di albi professionali nazionale e internazionale, chiunque, senza avere una specifica competenza ma solo per il fatto di vantare legami familiari o di godere di un minimo popolarità, pensa di potersi reinventare dall’oggi al domani agente di calciatori.
E così in mezzo a mamme, ex mogli e showgirl e squali un pirata non sfigura affatto. E’ quello che deve aver pensato Francesco Facchinetti, un passato da cantante di successo con la hit “La canzone del capitano“, ispirata al pirata Capitan Uncino.
Ebbene, il figlio di Roby Facchinetti dei “Pooh”, conduttore e manager di artisti, ha deciso di vestire anche i panni dell’agente di calciatori per gestirli, come ha spiegato a “Tuttomercatoweb”, così come si gestiscono gli artisti:
“Tutto parte da una passione e un amore smisurati per una delle forme d’arte più bella. Vengo da una famiglia di artisti, non mi reputo un artista ma so riconoscere l’arte. E il calcio è arte. Oggi sono un fratello maggiore di questi ragazzi che hanno tanto da fare. Uno dei miei ragazzi, Enock Owusu dell’Inter Primavera, ha fatto un gol bellissimo. E lì ho pianto. Non mi piace definirmi un manager, un editore o un produttore. Ho trovato un buco di mercato nell’ambito calcistico e voglio fare il mio mestiere cercando di restituire alla squadra il miglior calciatore possibile. In America la gestione di un calciatore è fatta in questo modo. Voglio gestire un calciatore come si gestisce un artista”.