Intervenuto durante l’assemblea degli azionisti della Juventus, Moggi ha mosso accuse che fanno infuriare i tifosi di Lazio e Roma.
Luciano Moggi è per molti tifosi l’emblema del caso Calciopoli. Il terremoto che nel 2006 portò alla retrocessione della Juventus. La pena fu comminata a causa del rapporto tra i dirigenti bianconeri e la classe arbitrale. La Juventus non fu l’unica coinvolta, ma sicuramente quella che ebbe la punizione più esemplare. Dagli ambienti juventini però è sempre esistita una forte convinzione su altre verità. Versioni che andrebbero a delineare scenari molto differenti. Il caso più recente con riferimenti a Roma e Lazio è molto significativo.
La Juventus è ancora in prima pagina come la protagonista di un nuovo scandalo nel mondo del calcio. Verrebbe quasi da dire “nulla di nuovo”, se si ripensa alle inchieste sul doping prima e Calciopoli poi. Se nel primo caso a salvare i bianconeri fu fondamentalmente la prescrizione, nel 2006 tutti hanno visto come andò a finire.
Le nuove inchieste inerenti il caso plusvalenze e la manovra stipendi, riaccendono il fuoco mai davvero spentosi della contro-polemica bianconera. A prendere la parola è nientemeno che Luciano Moggi, ad oggi ancora azionista della Juventus. L’ex-dirigente non solo difende l’operato dei suoi successori, ma contrattacca anche. Nel mirino finiscono gli Scudetti di Lazio e Roma.
Le parole pronunciate da Luciano Moggi all’assemblea degli azionisti della Juventus si preannunciano come una secchiata di benzina sul fuoco delle polemiche. I veleni dell’ex-dirigente si sono riversati in particolare verso Lazio e Roma, che nelle stagioni 1999-2000 e quella successiva, vinsero lo Scudetto proprio contro la Juventus.
Moggi non ci sta e lancia l’accusa, altro che Juventus che vince perché ruba, semmai erano gli altri che volevano togliere ai bianconeri. Questa la tesi dell’ex-dirigente, che dopo o scandalo del 2006 meglio noto come Calciopoli, è stato radiato dal calcio.
“La leggenda che la Juve vince perché ruba, è assurda. La Juventus ha vinto sempre sul campo, anzi forse hanno rubato qualcosa a noi – ha detto Moggi – come a Perugia col diluvio del Curi. Pure l’anno dopo quando hanno cambiato le regole in corsa per favore la Roma facendo giocare Nakata, che segnò contro di noi proprio il gol scudetto“.
Quando menziona il “diluvio di Perugia” l’allusione è indirizzata alla decisione di Pierluigi Collina (arbitro del match, oggi presidente della Commissione Arbitrale della FIFA) permise di giocare nonostante il campo fosse a detta di alcuni impraticabile. La seguente sconfitta bianconera che consacrò la Lazio campione d’Italia, sarebbe stata quindi avvenuta in una partita secondo gli juventini da rimandare.
Per quanto riguarda Hidetoshi Nakata invece la questione sarebbe il cambio del limite di extracomunitari in campo a stagione in corso. La regola prevedeva infatti di avere 5 tesserati extracomunitari in rosa, potendone però schierare in campo soltanto 3 contemporaneamente. La Corte federale decise di rimuovere il limite di 3 in campo poco prima del match Juve-Roma con il giapponese che si rivelò decisivo.
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