Stefano Tacconi continua a lottare per avere una condizione migliore dopo l’aneurisma cerebrale, il retroscena su Sinisa Mihajlovic.
Stefano Tacconi continua a prendersi la vita. L’ex portiere combatte in ospedale dallo scorso aprile dopo un’emorragia cerebrale che gli ha causato la rottura di un’aneurisma e tenta di ritrovare una normalità dove non sembra esserci. La corsa in ospedale, le speranze al minimo, le operazioni e l’attesa. Snervante e sempre meno prevedibile.
Non si sapeva a cosa si stava andando incontro, eppure Tacconi faceva presa. Fino a quando gli hanno detto che c’è luce: è possibile, dopo tanta volontà e altrettanta competenza dell’equipe medica, ritrovare una routine. Esiste la possibilità persino di tornare a camminare. Parole che rincuorano la famiglia, loro non mollano mai. Sempre vicini: uniti nella buona e nella cattiva sorte.
Come lo era – e lo è ancora – la famiglia di Sinisa Mihajlovic. Cosa c’entra la morte del campione con tutto questo lo spiega Tacconi stesso, attraverso un biglietto che ha scritto e consegnato a suo figlio, recapitato a sua volta presso le agenzie di stampa. Molto più di semplici condoglianze alla famiglia del serbo, ma proprio una lettera aperta in cui Tacconi rivela che Mihajlovic, nel combattere la malattia, è stato una fonte d’ispirazione per l’ex estremo difensore. L’allenatore ha combattuto con la Leucemia, situazione totalmente diversa da Tacconi, ma ugualmente impegnativa.
Mihajlovic era preparato al trapasso, ma aveva arginato l’intruso: la malattia era un brutto ricordo ed è tornata improvvisamente. Proprio per questo Tacconi lo ringrazia, perché ha fatto il massimo finché è stato possibile: “Non ti dimenticherò”, scrive l’ex Juve. Non usa la parola – abusata in questi giorni – guerriero. Forse perchè ciascuno combatte a modo proprio. Senza bisogno di titoli onorifici. L’unico attestato che conta è il bene reciproco e i due ne avevano da vendere.
Tacconi ora guarda al futuro con un angelo custode in più, che gli permette di non pensare alla morte come unica via d’uscita dalla sofferenza. Si può evitare di soffrire anche andando a cercare una qualità della vita dignitosa, persino quando quest’ultima sembrerebbe voltarti le spalle. L’ultima lezione di Sinisa. Una sorpresa in serbo.
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