La Coppa del Mondo è il trofeo più prestigioso e desiderato. È quello che può cambiare la carriera di giocatori e allenatori. Lo sanno bene i campioni azzurri del 2006 che, a distanza di anni, sono ancora illuminati dalla luce di quella coppa conquistata a Berlino. A pochi giorni dal termine di Qatar 2022, siamo entrati nello stabilimento della GDE Bertoni: azienda milanese che agli inizi degli anni ’70 vinse il concorso indetto dalla Fifa per la realizzazione della Coppa del Mondo.
Nonostante l’eliminazione della squadra di Roberto Mancini, anche in questo Mondiale l’Italia è comunque protagonista. Questo grazie alla presenza della Coppa del Mondo, nata negli anni ’70 proprio nel nostro paese, in un’azienda tutt’ora situata alle porte di Milano. Per ripercorrere la storia di questo straordinario trofeo, abbiamo intervistato Valentina Losa: amministratore delegato della GDE Bertoni.
“La Coppa del Mondo è nata grazie ad un concorso indetto dalla Fifa dopo che il Brasile nel 1970 ha vinto per la terza volta la Coppa Rimet. Vennero invitate a partecipare 52 aziende da tutto il mondo, tra cui la Bertoni che era l’azienda di mio nonno. Venne commissionato al direttore artistico dell’azienda, il sig. Silvio Cazzaniga, di preparare alcuni bozzetti da selezionare per poi presentarli alla commissione della Fifa. Di questi, uno in particolare, decisero poi di svilupparlo e modificarlo fino a farlo diventare quella che è l’attuale Coppa“.
Guarda l’intervista video a Valentina Losa
La storia e gli aneddoti della Coppa del Mondo
Quali sono le caratteristiche della Coppa del Mondo?
“È alta 38 cm e pesa circa sei chili, sei chili e due, compreso il peso delle basi che comunque sono in Malachite, una pietra semi preziosa. La Coppa originale è in oro 24 carati, ce n’é una soltanto ed è quella che è stata realizzata la prima volta. Rimane alla Fifa e viene utilizzata solo per le premiazioni. Per le nazionali che vincono in Mondiali realizziamo una replica quasi identica in ottone dorato 24 carati. Il suo valore? È il valore dell’oro, quindi si prende il peso dell’oro e si moltiplica per la sua quotazione. Ad oggi potrebbe essere intorno ai 200, 250mila euro. La Coppa ha però un valore immenso, inestimabile, è un po’ come avere in casa la Gioconda“.
Ha subito delle modifiche nel corso degli anni?
“La Coppa ha una storia ormai lunga 50 anni, da come è nata a come poi è cresciuta e si è sviluppata è sempre rimasta se stessa. Piccole modifiche furono fatte quando venne creata, perché inizialmente non c’erano gli angeli della vittoria ma due portieri, il mondo non era un mondo ma un pallone, poi mano a mano si è sviluppata fino a diventare quello che effettivamente è. La Coppa del Mondo è un oggetto che pur avendo 50 anni è super moderno. Quando l’originale torna a casa c’è sempre un gran fermento. Il nostro compito, prima di renderla alla Fifa, è sistemare la doratura per rendere più vivo il colore, controllare piccole sbeccature, sistemare eventuali problemi nella base viene sistemata e incidere sotto nel disco il nome del vincitore“.