“Cristiano Ronaldo mi ha ricordato Francesco Totti” ha detto il giornalista Aldo Cazzullo in diretta a TvPlay in onda su Twitch
Un finale rancoroso e triste. Cristiano Ronaldo si sta condannando, a quanto pare, a un’uscita di scena lontana dall’icona che ha cambiato il calcio globale e l’ha dominato per un decennio insieme a Leo Messi. Un finale all’Al-Nassr riempito di soldi ma alla periferia del calcio mondiale, dopo essere stato abbandonato dal Manchester United.
Un finale malinconico anche perché il Portogallo ha giocato la miglior partita dei Mondiali, contro la Svizzera, senza di lui. E addirittura il suo sostituto Gonçalo Ramos ha firmato una tripletta decisiva.
E’ innegabile che il Portogallo abbia sempre avuto bisogno di lui. Ma è altrettanto vero che il traguardo calcistico più importante della sua storia, l’Europeo del 2016, sia maturato senza CR7 in campo in finale. Uscì infatti per infortunio prima dell’intervallo.
“Qualche problema di comunicazione c’è” ha detto Aldo Cazzullo ai microfoni di calciomercato.it nella trasmissione TvPlay in onda su Twitch. CR7, ha spiegato il giornalista del Corriere della Sera, “ha chiuso male col Real, con la Juve e anche col Manchester. Qualche problema nei rapporti evidentemente ce l’ha”.
Cristiano Ronaldo, l’ego e il paragone con Totti
La stella portoghese, ha proseguito Cazzullo, “mi ha ricordato Totti quando all’Olimpico disse “Ho paura, ho bisogno di voi, so fare solo questo”. Ronaldo forse non è stato amato come Totti ma ha vinto molto di più e guadagnato molto di più”. Ma probabilmente anche lui, per citare il titolo della serie su Francesco Totti ispirata all’autobiografia scritta con Paolo Condò, “sperava de mori’ prima”. Prima di scoprirsi improvvisamente non indispensabile.
Rendersi conto che gli altri possono benissimo fare a meno di te è una consapevolezza ancora più dolorosa degli effetti del tempo che passa. Soprattutto se sei una persona generosa ma imprigionata del suo ego come Cazzullo ritrae CR7. “Almeno così mi dicono – ci tiene a precisare -. Chi lo conosce dice che sia una persona dolcissima e molto generosa. Certo è un narciso, un po’ innamorato di sé stesso e spesso anche nella generosità viene fuori il suo ego”.
Il portoghese non è ancora mai andato in gol nella fase a eliminazione diretta dei Mondiali. E potrebbe arrivare a giocarsi il titolo in finale contro l’Argentina di Messi. Sarebbe il finale perfetto per un dualismo da leggenda. Due, come le anime di CR7, conclude il giornalista del Corriere della Sera. La migliore “vorrebbe vincere il Mondiale anche stando in panchina – ha concluso Cazzullo -. La peggiore preferirebbe segnare una tripletta anche se perdendo il Mondiale”.