Nelle scritture private con Cristiano Ronaldo, la Juventus aveva istituito un premio fedeltà per lui: il dettaglio inchioda ora il club.
Già all’inizio dell’inchiesta Prisma, stando anche a quanto emerso dalle intercettazioni, v’era il sentore che la famigerata “carta Ronaldo” avrebbe potuto avere un peso non indifferente nelle indagini. Uno scenario che, effettivamente, si sta ora verificando dal momento in cui la Procura di Torino ha messo le mani sulle scritture private tra la società torinese ed il trentasettenne di Madeira.
Ulteriori e corposi dettagli sono emersi oggi grazie ad Antonio Massari, che poche ore fa nella diretta su TvPlay ha inquadrato molto bene la vicenda. Il dettaglio chiave è un premio fedeltà istituito col portoghese che mette la Juventus in una posizione più scomoda di quanto già non lo sia quella attuale.
Juventus, la “carta Ronaldo” è un problema: il premio fedeltà complica le cose
Finalmente, si è venuti a conoscenza del fatto che le scritture private tra la Juventus e CR7, in realtà, sono tre. In un’escalation che ora potrebbe inguaiare il club anche con i propri azionisti. “L’accordo era che Ronaldo aveva già rinunciato a quasi 20 milioni lordi di stipendio. Poi, però, c’era anche la condizione del premio fedeltà: Se nel luglio 2021 Cristiano Ronaldo fosse stato ancora tesserato con la Juventus, ne avrebbe avuto diritto”.
Per una somma, pure a rate, pari allo stipendio al quale il lusitano aveva rinunciato. “La prima della carte era quella in cui si annunciavano le altre due, e la società si impegnava a depositare alla Federcalcio entro luglio tutto il contenuto delle scritture private”, ha proseguito Massari. “Nella seconda si prevedeva il premio fedeltà. La terza scrittura prevedeva che se invece non fosse rimasto, avrebbe ricevuto un incentivo all’esodo sempre della stessa cifra (19,5 milioni) della riduzione dello stipendio”.
Alla cifra, dunque, Cristiano Ronaldo, salvo ulteriori colpi di scena, ha davvero diritto. La Juventus, però, deve prima guardare in casa propria, al momento. Massari ha d’altronde informato che “la rilevanza sta nel fatto che la Juventus è quotata in borsa”. “Se viene data soltanto l’informazione della rinuncia allo stipendio, e non vengono informati gli azionisti del resto,” ha concluso l’ospite di Marco Giordano, “a quel punto non sono stati informati correttamente. Il punto è che devono essere messe a bilancio in maniera corretta“.
Dunque il club torinese dovrà dimostrare di aver agito nella liceità per non rischiare di avere problemi grossi anche di fronte ai propri azionisti. I tempi della giustizia, probabilmente, saranno lunghi. Ma è nell’interesse di tutti che la questione giunga ad una più rapida conclusione possibile. Va infatti ricordato che anche la Juventus come soggetto giuridico è stata stata inclusa nella richiesta di rinvio a giudizio insieme a molti dei membri del dimissionario cda.