Si chiama ‘Grazie Signore che ci hai dato il calcio” ed è il nuovo libro di Fabio Caressa edito da Sperling & Kupfer. In occasione della presentazione milanese, abbiamo avvicinato il popolare giornalista e telecronista di Sky per farci raccontare qualche curiosità sulla sua nuova fatica letteraria ed il suo parere sul terremoto che ha colpito la Juventus nelle ultime ore.
Fabio Caressa, è sempre una grande emozione mettere su carta tutta la tua passione per il calcio?
“Sì, soprattutto quando parli di cose un po’ personali come ho fatto in questo libro, dove ci sono molti racconti del dietro le quinte del nostro mondo. I miei viaggi con Beppe Bergomi, le disavventure che ci sono capitate, e poi i ricordi legati al sentimento e all’anima: gli stadi più emozionanti e le partite più belle. L’ultima parte del libro è invece dedicata alle telecronache“.
Dovessi scegliere un capitolo da consigliare ai lettori, quale sceglieresti?
“Mi sono divertito molto scrivendo quello dedicato ai ritardi negli stadi. Racconta un po’ l’ansia del telecronista, almeno la mia, di non arrivare in tempo per la partita. C’è una cosa interessante su Carlo Ancelotti, su una volta che siamo arrivati allo stadio all’ultimo momento insieme, che forse spiega perché il Real Madrid con Carlo vince all’ultimo minuto. C’è questo racconto della mia ansia, perché eravamo in ritardo, e della sua assoluta tranquillità. Evidentemente come le persone si comportano nella vita, si comportano anche nel lavoro“.
Guarda l’intervista completa a Fabio Caressa
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Cosa ne pensi di ciò che è successo nelle ultime ore a Torino?
“Io dico sempre che in queste cose è complicato dare un’opinione senza sapere i dettagli che mancano. Ci sono delle cose che mancano, relative all’inchiesta, che forse non sappiamo. Forse si è fatta strada, in tutto il comparto economico che comprende anche la Juventus, un’idea di come proseguire, anche viste le condizioni giudiziarie, diversa rispetto a quella che magari aveva l’attuale Cda. Credo che il Cda lo abbia visto come un disconoscimento delle cose fatte e per questo si è dimesso in blocco. Io non credo che avrà tante ripercussioni sulla parte sportiva, certo avrà ripercussioni economiche importanti nella ristrutturazione che la Juventus vorrà poi fare“.
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