Mondiali, è l’anno dei giovani: come sarà il calcio dopo Mbappé e Haaland

Musiala e Gavi hanno tracciato la strada ai Mondiali e indicato come sarà il calcio dei prossimi anni. Siamo già entrati nel futuro

I Mondiali raccontano la contemporaneità e anticipano il futuro. Indicano una strada, suggeriscono quello che verrà. L’edizione qatariota non fa eccezione. Da un lato, mette in evidenza il valore degli atleti come testimonial di battaglie extra-sportive, come gli atleti iraniani che non cantano l’inno nazionale. E la differenza fra il loro coraggio e il timore delle ammonizioni che convince i capitani di sette squadre, compreso il tedesco Manuel Neuer, a non indossare la fascia One Love. E su tutto l’annoso dibattito sul boicottaggio sportivo e la sua supposta utilità.

Mondiali, è l'anno dei giovani: come sarà il calcio dopo Mbappé e Haaland
Mondiali, è l’anno dei giovani: come sarà il calcio dopo Mbappé e Haaland (Lapresse)

In campo, invece, questo Mondiale ci racconta che il futuro del pallone è già arrivato. E’ iniziato nel segno del passato, della foto costruita al computer con Messi e Cristiano Ronaldo davanti a una scacchiera. Hanno segnato entrambi, e il portoghese è diventato il primo a farlo in cinque Mondiali diversi.

Ma sono anche superati, fuori tempo. Superati dal nuovo che sta avanzando e non ha solo il volto di Kylian Mbappé, riferimento della Francia che si candida per un ruolo da protagonista.

Oltre, dopo, il dualismo tra il francese e Erling Haaland c’è di più. C’è un calcio nuovo, con il volto di Jude Bellingham e di Jamal Musiala, la cui eleganza non ha evitato alla Germania di perdere la prima partita in un Mondiale in cui era in vantaggio all’intervallo dal 1978.

Mondiali, dopo Mbappé e Haaland sarà il calcio di Gavi

Mondiali, dopo Mbappé e Haaland sarà il calcio di Gavi
Mondiali, dopo Mbappé e Haaland sarà il calcio di Gavi (Lapresse)

Poi sulla scena è apparso Gavi, che nel 7-0 della Spagna sulla Costa Rica ha segnato con uno splendido esterno destro al volo e ha servito un assist al bacio per Dani Olmo. A 18 anni e 110 giorni, è diventato il più giovane a indossare la maglia della nazionale spagnola in una grande competizione internazionale, tra Mondiali ed Europei.

Gavi è anche il più precoce marcatore nella fase finale di una Coppa del Mondo dal 1958, quando in Svezia si annunciò il talento di un allora diciassettenne Pelé.

Luis Enrique ha presentato una nazionale a suo modo rivoluzionaria, la prima squadra europea con due teenager titolari nella fase finale di un Mondiale dal 1962. Allora la Bulgaria giocò con Jechev e Sokolov dal primo minuto contro l’Inghilterra.

Gavi racconta il calcio che verrà, in cui sarà sempre più centrale la velocità di pensiero, la consapevolezza propriocettiva della posizione nello spazio. Faranno la differenza giocatori come lo stesso Haaland, fenomenali anche nella lettura delle situazioni di gioco, capaci di orientare il corpo in relazione a quello che sta accadendo e accadrà in campo, con muscoli scattanti e menti da scacchisti.

In questo contesto la Spagna traccia una strada, porta il calcio verso una dimensione futura nel segno dell’intelligenza calcistica e dell’esaltazione del talento. Sarà questo il calcio che verrà.

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