Srna ha parlato delle difficili condizioni che colpiscono anche lo Shakhtar Donetsk in Ucraina: la testimonianza dopo la guerra è emozionante.
Dello Shakthar Donetsk, Darijo Srna ne è forse la bandiera più grande di tutte. Tra il 2003 ed il 2018 ne è stato giocatore, diventando poi capitano. Ed oggi, dopo aver appeso gli scarpini al chiodo, ne è diventato il direttore sportivo. Perché quel club, oramai, è la sua casa, e lui – croato – non ha voluto abbandonarlo neanche ora che l’Ucraina è martoriata dalla guerra.
Ripreso il campionato ucraino – con delle specifiche misure per la tutela delle squadre in caso di attacco, lo Shakhtar è impegnato ovviamente anche in Champions League. Ed in occasione della partita che la squadra dovrà giocare contro il Real Madrid, Srna ha rilasciato un’intervista a cuore aperto a Marca, parlando del complicatissimo scenario con il quale lui e i suoi devono fare i conti da mesi.
Lo Shakhtar nell’inferno della guerra: la testimonianza del dell’ex Cagliari Srna
Nato in Croazia nel 1982, l’ex terzino è purtroppo abituato a vivere momenti difficili. Nel 1991, anche il suo paese dovette affrontare la guerra. Ed anche con la maglia arancio-nera della squadra del suo cuore, ha ricordato momenti duri: “Nel 2014 abbiamo dovuto lasciare Donetsk (per l’inizio della guerra nel Donbass). Ci siamo trasferiti a Kiev e ora inizia un’altra guerra. Siamo una squadra senza sede e questa è la cosa più dolorosa. A volte mi sveglio e non so dove sono“.
La squadra ha infatti giocato in varie città negli ultimi mesi (Leopoli, Odessa Kharkiv, e ora la Champions League a Varsavia). Ed in tutto questo, continua a convivere con l’orrore e la paura della guerra che incombe: “Sabato abbiamo giocato contro il Metalist,” ha sottolineato Srna, “gli allarmi suonavano per un possibile attacco e siamo dovuti rientrare negli spogliatoi per riprendere la partita 15 minuti dopo”.
“Dobbiamo essere un esempio, proprio come lo è l’esercito per noi. Giochiamo per i nostri tifosi e per l’Ucraina”, ha poi aggiunto. “Abbiamo una vita difficile, ma nessun giocatore in si è mai lamentato”. Infine, però, l’ex capitano si è lasciato andare anche ad una critica verso la FIFA: “La UEFA, attraverso Ceferin, ha fatto tutto il possibile per aiutare il calcio ucraino. La FIFA, invece, ci ha distrutto. Se nella nostra situazione si fossero trovati Real Madrid, Barcellona o Bayern, li avrebbero aiutati rapidamente”.