Cristiano Ronaldo (LaPresse)
Manchester United, Ronaldo in panchina contro il City: il motivo è da non credere. Il fuoriclasse portoghese ha assistito alla disfatta dei suoi compagni
Una Caporetto, un’autentica disfatta che potrebbe costare cara al tecnico del Manchester United, Erik Ten Hag. L’atteso derby contro il City di Pep Guardiola per i Red Devils ha assunto le sembianze di un’autentica umiliazione.
Gli Sky Blues, campioni d’Inghilterra in carica, hanno travolto i cugini in rosso con un risultato tennistico, un pesantissimo 6-3. Mattatori della giornata i due talenti più luminosi della ricchissima rosa a disposizione di Guardiola, Phil Foden ed Erling Haaland, autori di una tripletta a testa.
Alla catastrofe andata in scena all’Etihad Stadium non ha partecipato direttamente Cristiano Ronaldo, rimasto in panchina per l’intera durata del match. Il 37enne attaccante portoghese ha assistito impassibile ai sei gol incassati dai suoi compagni.
Con questo pesantissimo ko si è chiusa una settimana da dimenticare per l’ex fuoriclasse di Real Madrid e Juventus.
CR7 è infatti reduce dalla clamorosa eliminazione del Portogallo dalle Final Four della Nations League, con tanto di polemica legata al momento in cui, accecato dalla rabbia, ha scaraventato a terra la fascia di capitano.
Il cinque volte vincitore del Pallone d’Oro sperava di rifarsi proprio in occasione del derby di Manchester. Ma ben presto lasfida contro i cugini è diventata un incubo da scacciare prima possibile.
Ha comunque fatto discutere l’assenza del fenomeno di Funchal per l’intera durata del match. In molti erano convinti che l’ex allenatore dell’Ajax lo avrebbe prima o poi gettato nella mischia-
Erik Ten Hag, tecnico dei Red Devils, ha invece offerto in conferenza stampa una versione particolare, se non sorprendente, in merito all’esclusione per 90 minuti del fuoriclasse portoghese: “Cristiano non ha giocato per rispetto della sua immensa carriera“.
Una frase che potrebbe essere interpretata in senso favorevole all’attaccante lusitano: Ronaldo non sarebbe sceso in campo per preservarlo da un’umiliazione che un giocatore del genere non merita.
Dunque, la decisione dell’allenatore olandesesarebbe una forma di rispetto per il giocatore che almeno rimanendo in panchina non è stato coinvolto dalla tremenda disfatta a cui sono andati incontro i suoi compagni.
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