Maria Sole Ferrieri Caputi è stata la prima donna ad arbitrare in Serie A. Un risultato importante, che porta a porre delle domande a cui il sistema calcio dovrà rispondere.
Arbitrare una partita di calcio è una delle cose più difficili da fare. A prescindere dalla categoria, il direttore di gara ha l’obbligo di tutelare l’andamento della gara. Un dovere difficile, pesante, con pressioni non immaginabile e difficile da spiegare. Tutto dipende dalle sue scelte ed educare coloro che sono in campo nell’accettare il risultato, è alquanto difficile.
Se poi si arbitra in Serie A, le pressioni sono maggiori. In partite del genere, gli errori non sono permessi e se capitano, piovono critiche senza fine. Se poi gli errori giungono con squadre che hanno un bacino d’utenza elevato, il dazio da pagare è molto più alto. Un esempio? Ci si ferma per qualche gara o si arbitra in Serie B.
Maria Sole Ferrieri Caputi: test o futuro?
Quest’oggi, verrà ricordata da molti come il battesimo in Serie A come arbitro di Maria Sole Ferrieri Caputi. La Ferrieri Caputi ha diretto la partita tra Sassuolo e Salernitana. Una gara importante, non solo per le due squadre in campo, ma anche per aver avuto per la prima volta nella storia una donna come arbitro.
Un qualcosa di unico nel suo genere, che fa capire come il mondo del calcio si stia modernizzando nella miglior maniera possibile. Conclusa però la gara di oggi, sorge spontanea una domanda: era un test o una prospettiva futura? Una domanda lecita, che farebbe capire in che direzione va realmente il calcio italiano.
Questo perché, se era un test, si capirebbe che il sistema Italia rimane un fallimento. In caso invece di programmazione, significherebbe che, qualora ci fosse un altro arbitro donna pronta per la Serie A, verrebbe designata senza alcun problema. Un qualcosa di interessante e da valutare con il passar dei mesi.