Si allarga il fronte delle Nazionali che annunciano iniziative durante il Mondiale in Qatar per denunciare la precaria situazione dei diritti umani nell’Emirato
Fra poco più di un mese il centro del mondo sarà il piccolo Emirato del Qatar visto che si svolgeranno i Mondiali di calcio, l’evento televisivo, dopo le Olimpiadi, più seguito al mondo. In quel mese tutti noi entreremo in una sorta di bolla mediatica che ci farà dimenticare tutti i gravosi problemi che ci attanagliano: dai venti di guerra nucleare che minacciano l’Europa al caro bollette.
Eppure, l’euforia e l’eccitazione per le emozioni che sicuramente ci regaleranno i più celebrati assi del pallone non ci devono far dimenticare che molto probabilmente in quegli stessi giorni si continuerà a combattere in Ucraina, con il conseguente corredo di lutti, devastazioni e atrocità.
Giusto per ricordare che, parafrasando Lenin, la guerra “non è un pranzo di gala“, un convoglio umanitario in uscita da Zaporizhzhia, regione ucraina dove è ubicata la più grande centrale nucleare del mondo, è stato colpito questa mattina da missili russi che hanno causato 23 morti e 28 feriti civili.
Ebbene, anche il mondo del calcio si mobilita per la martoriata Ucraina: i giocatori della Polonia, in segno di solidarietà al popolo ucraino, scenderanno in campo durante i Mondiali in Qatar indossando al braccio una fascia con i colori, gialloblù, della bandiera dell’Ucraina.
Non solo la Polonia. Si allarga, infatti, il fronte delle Nazionali che annunciano iniziative simboliche, durante i Mondiali, per accendere un faro, però, sulle condizioni di lavoro, ai limiti dello sfruttamento, delle legioni di immigrati impiegati nella costruzione degli stadi e delle infrastrutture legate alla rassegna iridata.
Mentre i capitani di nove nazionali europee, tra cui l’Inghilterra, sempre durante i Mondiali, indosseranno al braccio una fascia con un cuore attraversato dai colori dell’arcobaleno e dalla scritta “One Love“. Un gesto simbolico, semplice ma chiaro, per dire no alle leggi discriminatorie contro la comunità LGBT in vigore nell’Emirato.
A quest’ultime, nelle ultime ore, si è aggiunta la Danimarca la cui terza maglia, come puntualizzato dallo sponsor tecnico della Nazionale danese, “sarà nera, il colore del lutto. Desideriamo fare una dichiarazione sulla situazione dei diritti umani in Qatar e sul trattamento dei lavoratori che hanno costruito gli stadi nel Paese”.
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