Francesco Montanari torna a caratterizzare una produzione originale Sky. “Il Grande Gioco” porta i tifosi nel lato oscuro del calciomercato.
Da Barone a principe del calciomercato. Francesco Montanari sveste i panni de “Il cacciatore” – interpretare Saverio Barone, alter ego cinematografico di Alfonso Sabella, l’uomo che fermò la mafia gli ha portato una Palma D’Oro a Cannes e tanto consenso – per indossare quelli di Corso Manni nella nuova serie Sky Original dal titolo “Il Grande Gioco”. In effetti Montanari, anche stavolta, gioca col fuoco ma non si scotta: l’ardire di questo progetto è far crollare il castello di carte (appunto il termine gioco) rispetto ai nostri idoli. Il calcio sembra tutto lustrini e paillettes ma è anche ombre rispetto alla luce.
Lati oscuri che quando vengono fuori spengono il mito. L’Italia è abituata a vedere i procuratori come una sorta di semi Dei che trovano negli ingaggi e nelle trattative la loro linfa. Dietro a tutto questo, malaffare, intrighi e sotterfugi. È una serie black “Il Grande Gioco” che però mette in risalto anche i risvolti di un uomo che riesce a fare del potere il suo più grande cruccio: la sete di rivalsa, la voglia di affermazione. Lo sviluppo di un’icona. Un palliativo rispetto ai rimorsi di una vita al limite.
Francesco Montanari nell’abisso del calciomercato: al via la nuova serie Sky Original
Una giostra perenne, su cui fin da bambino chiunque vorrebbe salire, si riscopre un inferno: scenari che mutano esattamente come gli schemi durante una partita per un prodotto assai difficile da etichettare. Tanto vasta è la tipologia di emozioni con cui ci si confronta: lo sfarzo contrapposto al peso della coscienza. L’inadeguatezza dei sensi di colpa, la voglia di evasione costante ma anche il desiderio di realizzazione: l’affermazione e la volontà di emergere può portarci a fare cose incredibili. Nel senso stretto del termine, cioè che non sembravano possibili.
Nel cast anche Giancarlo Giannini ed Elena Radonicich, volti noti ma in grado di ridare dimensione e profondità a un thriller psicologico che si serve dell’azione come valore aggiunto. Il “pepe” della serie, però, sono gli intrecci che accompagneranno lo spettatore fino all’ultimo: gli affari non sono mai soltanto affari. I soldi sono la punta dell’iceberg. “Il Grande Gioco” ha provato, con merito, ad andare in profondità: quel che si trova non è detto sia rassicurante, ma è tremendamente crudo e reale. Esattamente come il calcio dei nostri tempi, dove apparentemente non c’è più nemmeno il tempo per sognare.