Juventus-Allegri, la crisi è in pieno svolgimento ma non sembra esserci via d’uscita: l’esonero è scongiurato. Da dove ripartire, insieme.
Juventus, caos calmo. I bianconeri sono spariti dai radar dopo che l’inizio della sosta era coinciso con una bomba deflagrata al Brianteo: la sconfitta contro il Monza ha acceso una miccia con cui nessuno avrebbe voluto fare i conti. Allegri aveva anche provato a suonare la carica alla squadra, ma evidentemente non è bastato: il problema – perchè adesso è possibile ammettere che un problema esiste – non è soltanto di testa.
L’anno scorso il punto di non ritorno era rappresentato dal mercato che non c’è stato. Quest’anno la Juventus il suo (anche se in minima parte rispetto al passato) l’ha fatto: non è possibile parlare solo di infortuni e assenze. Il punto sono le presenze che non fanno la differenza. Allegri potrebbe ripartire da questo: in cima alla lista ci sono nomi dal talento indiscusso che, però, fanno fatica. Uno su tutti: Dusan Vlahovic. L’attaccante non ha smarrito il talento. Semmai può aver perso la motivazione, poichè si sente poco utile alla causa.
Juventus-Allegri, la tempesta perfetta
Evitare scene come quella contro la Fiorentina, dove uno come Vlahovic resta in panchina: l’appuntamento non è uno qualsiasi. Quella partita per il centravanti aveva – e avrà sempre – un sapore particolare. Lo stesso vale per altre situazioni analoghe: tenere un giocatore fuori, per farlo ugualmente scaldare, non è sintomo di equilibrio e consapevolezza. Far sentire tutti parte di un progetto vuol dire essere attenti anche a questi piccoli-grandi gesti. Accortezze necessarie. Veniamo poi al caso Bonucci: cosa sta succedendo? Il difensore vive da separato in casa un’altra volta, dopo l’ennesimo attacco anche da parte della Curva bianconera.
Gestire questi cali di tensione e risolvere le divergenze è la base per ricostruire una mentalità: se da fuori emerge che a regnare è il caos, anche la risposta dei calciatori sarà disordinata e inconcludente. Terzo e ultimo punto: gli obiettivi. Nessuno, davvero, ha mai chiarito quali sono le aspettative (reali) di questa Juve. Cosa si vuole puntare? E soprattutto quali mezzi ci sono per farlo?
Bremer, Paredes e Milik: una scommessa da vincere
In altre parole, questo impasse si risolve innanzitutto con la chiarezza e poi con la valorizzazione e la giusta amalgama dei nuovi innesti: Locatelli, Bremer, Vlahovic e Milik sono con il freno a mano tirato. Solo l’ex Sassuolo conosce le dinamiche bianconere e comprende il momento: gli altri devono capire dove si trovano e per cosa stanno lottando. Il concetto di causa comune che deve investire, per forza di cose, anche Paredes. Tutte pedine affidabili se viene restituito loro un contesto trasparente.
Allora entra in gioco la società: Allegri afferma di essere sereno, ma in realtà dovrebbe essere appagato. Nel senso che, oltre alla parte economica, dovrebbe essere in grado di dispensare certezze anziché alimentare dubbi. Finora è accaduto il contrario: costretto a correggere il tiro sempre, perchè evidentemente il raccordo – e il rapporto – con la società non funziona a dovere.
Cosa fare? Andare avanti insieme, oppure cambiare in corsa. Altre ipotesi non ce ne sono. Scegliere la prima – per necessità più che per virtù – significa prendere atto di un compromesso e comportarsi di conseguenza: evitare, quindi, i costanti mugugni sull’assenza di titolari e in particolare tenersi lontano da paragoni improbabili con altre squadre. I panni sporchi si lavano in casa e, anche se le fondamenta della Juventus adesso tremano, risalire la china non è impossibile. L’importante è riconoscere i propri limiti prima che lo facciano gli altri.