La Roma segna poco, Abraham e Dybala non bastano: i dubbi di Mourinho

La Roma è prima per expected goals ma ha solo il nono attacco della Serie A. Con Dybala accanto a Abraham sta cambiando il gioco di Mourinho: vediamo come

La nuova Roma di Jose Mourinho è ancora in cerca di autore. L’arrivo di Dybala non ha portato lo Special One a cambiare modulo, ma le diverse caratteristiche individuali stanno portando a una diversa interpretazione tattica.

Per ora, la Roma appare una squadra con qualità accresciute nei singoli e minore equilibrio collettivo. Rispetto alle prime sette giornate della scorsa stagione, la Roma ha segnato otto gol di meno e ottenuto due punti in meno. Ma il primo posto è distante due punti in meno, quattro rispetto ai sei di un anno fa allo stesso punto del campionato.

La Roma segna poco, Abraham e Dybala non bastano: quanti dubbi per Mou
La Roma segna poco, Abraham e Dybala non bastano: quanti dubbi per Mou (Lapresse)

Mou, che in carriera ha ottenuto quasi sempre risultati migliori al secondo anno con la stessa squadra, ha bisogno di ritrovare il miglior Abraham. Il centravanti britannico ha sbagliato due gol pesanti contro l’Atalanta. E non sono i primi di una stagione difficile, in cui sembra essergli venuta a mancare quella serenità che l’ha reso l’anno scorso il centravanti più prolifico alla prima stagione con la maglia della Roma.

Anche se c’è chi parla di crisi, il rendimento dell’inglese non è lontano da quello delle prime sette giornate dello scorso campionato. Ha segnato solo due gol, contro la Juventus e l’Empoli, due in meno di Dusan Vlahovic, uno meno di Lautaro Martinez, due bomber che non stanno attraversando momenti felici. Mal comune, però, non è mezzo gaudio.

Roma, pesa la crisi di Abraham

Roma, pesa la crisi di Abraham
Roma, pesa la crisi di Abraham (Lapresse)

Rispetto alla scorsa stagione, Abraham ha un concorrente in più per il posto da titolare. I Friedkin infatti hanno offerto a Mourinho un’alternativa al centravanti ex Chelsea, il “Gallo” Andrea Belotti. E soprattutto ha intorno una squadra che sta provando a sviluppare un gioco meno diretto e verticale. Nello scorso campionato, infatti, la prima opzione in fase di possesso era cercare di lanciare Abraham nello spazio.

Ora si passa prima per Dybala, che si muove tra le linee per creare superiorità numerica. Abraham si ritrova più chiuso in area di rigore, ma la Joya non si può considerare un problema né per la Roma né per l’inglese. Entrambi i suoi gol, non a caso, nascono dagli assist dell’argentino.

In questo percorso di evoluzione, la Roma ha perso efficacia e qualche certezza. I giallorossi mostrano la miglior produzione offensiva della Serie A in termini di expected goals, ovvero l’indicatore in base al quale si stima la probabilità che ciascun tiro porti a una rete attraverso parametri come la distanza dalla porta, l’angolo di tiro e il tipo di conclusione.

Stando al modello teorico, la Roma avrebbe dovuto segnare più di 17 gol finora. E invece ne ha realizzati solo otto. Nessuna squadra in Serie A ha una differenza peggiore fra gol attesi e segnati.

Come cambia l’attacco con Dybala

Roma, come cambia l'attacco della Roma
Roma, come cambia l’attacco della Roma (Lapresse)

L’ultima partita, contro l’Atalanta, raffigura in sintesi le problematiche dei giallorossi. La Roma ha perso in casa avendo tirato 21 volte ma solo cinque di queste conclusioni avevano raggiunto una probabilità superiore al 30% di portare a un gol. In totale, la Roma ha raggiunto 3,28 expected goals senza segnare, l’Atalanta ha vinto con un totale di gol attesi di 0,14.

Chi sta soffrendo di più sono proprio gli attaccanti della Roma. Solo in due hanno segnato finora: Dybala e Abraham. Mancano le reti di Belotti, Shomurodov, El Shaarawy, Zaniolo. Manca del tutto il contributo offensivo di Lorenzo Pellegrini, che per quanto stia giocando spesso in posizione più arretrata ha comunque prodotto 2,3 xG. Ritrovare un equilibrio, anche tornando a una difesa a quattro, potrebbe rimettere i calciatori di maggiore qualità nelle condizioni migliori per esprimersi al meglio. Sarà la principale sfida di Mou, chiamato a cambiare la Roma senza che le cose cambino troppo rispetto all’anno scorso per gli interpreti chiave.

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