L’Italia è in festa per il Subbuteo. Festeggia perché ha vinto il Mondiale nella categoria Open, grazie al successo sul Belgio arrivato nella finale della World Cup 2022 di Roma. Un successo che testimonia la grande passione per il famoso gioco di calcio da tavolo e certifica un ‘movimento’ in grande fermento. Una febbre collettiva che continua a contagiare anche diversi protagonisti del Football, a cominciare da Antonio Conte, che poche settimane fa, ha confessato durante una trasmissione televisiva inglese di utilizzare il Subbuteo per spiegare i movimenti che devono fare in campo i giocatori del Tottenham.
Ma quanti e chi sono gli italiani che ancora si divertono con questo gioco? Per saperne di più, siamo andati a trovare i membri di un noto club milanese di Subbuteo. “Quando ci ritroviamo per le nostre partite, torniamo tutti ragazzini di quindici anni” ci confida Gianluca Traversi, uno dei responsabili dell’Old Club Subbuteo Milano, mentre prepara i tavoli per le partite. È la serata dedicata al torneo ‘Rossonerazzurro’: l’occasione giusta per fare qualche domanda e scoprire il perché di questa passione mondiale per panno verde e omini.
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Da cosa è nata la vostra passione?
“C’è una grande molla di base che è ovviamente la passione per il calcio. E poi è fondamentale la voglia di stare insieme e di condividere momenti di spensieratezza, lontano dai problemi e dagli impegni della vita quotidiana. Fin da ragazzi era un gioco che rivestiva una grande importanza nella vita di tutti noi. Ha mantenuto invariati gli appassionati, non a caso nel nostro club abbiamo un’età media intorno ai cinquant’anni“.
Quanti sono i club e i giocatori di Subbuteo in Italia?
“A difendere l’onore di questo gioco nel nostro paese è l’associazione Old Subbuteo che in Italia conta un’ottantina di club sparsi per tutto lo Stivale. Nelle grandi città, come ad esempio Milano, ce ne sono molti“.
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“Il Subbuteo è nato in Inghilterra nel 1947 grazie a Peter Adolph. Nelle prime versioni messe in commercio, addirittura non veniva fornito il panno verde. Per giocare i ragazzi erano costretti ad utilizzare la coperta militare, fornita dall’esercito a tutte le famiglie inglesi, sulla quale venivano tracciate le linee del campo con un gessetto“.
A chi vi dice che è solo un gioco per ragazzi cosa rispondete?
“Hanno ragione, qui tutti torniamo ragazzini quando giochiamo. Nel nostro gruppo partiamo da estrazioni sociali disparate: dall’avvocato, all’operaio, all’impiegato. Le grandi passioni sono difficili a morire e non è vero che un bel gioco dura poco. Noi ne siamo la testimonianza“.
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