Miretti è diventato un elemento sempre più importante per la Juventus di Allegri: in campo ha una qualità che lo rende davvero unico.
Classe 2003, Fabio Miretti è stata la vera sorpresa dello scorso finale di stagione della Juventus. Descrivendolo sempre in maniera estremamente positiva, Massimiliano Allegri ha cominciato a concedergli diversi minuti in Serie A. E lui ha risposto senza paura e con tanta personalità, stupendo non solo l’allenatore, ma anche i tifosi.
Così, con l’inizio della nuova stagione, il numero 20 ha trovato uno spazio sempre maggiore nella formazione titolare. Il punto di svolta, forse, è arrivato dal suo ingresso in campo nel secondo tempo della partita contro la Sampdoria, in cui è apparso in grado di accendere una squadra fin ad allora abbastanza molle e sterile dal punto di vista offensivo.
Da allora, il ragazzo cresciuto proprio nella Juventus si è preso una maglia da titolare e non l’ha quasi più lasciata. Contro la Roma, all’Allianz Stadium, ha regalato giocate di alto livello per 60 minuti. Contro lo Spezia, invece, ha realizzato la giocata decisiva per il 2-0 di Arkadiusz Milik. Ed infine, in Champions League – nonostante le due sconfitte – è partito titolare sia di contro il Paris Saint-Germain che contro il Benfica. Ed a spiegare la principale ragione dell’ascesa di Miretti è stato proprio mister Allegri.
Nell’intervista rilasciata al Corriere dello Sport, infatti, il tecnico livornese ha parlato di diversi temi. A partire dal suo credo calcistico, basato sulla tecnica e sul “calcio applicato” prima che sulla teoria, fino ad arrivare alla sua squadra e ad i suoi giocatori. Alcune frasi, in particolare quella su Manuel Locatelli, ad esempio, hanno scatenato le polemiche.
Parte del suo focus, d’altronde, è andato sul centrocampo, dunque anche su Miretti. Per quest’ultimo, in effetti, sono arrivati ulteriori elogi, pur con un avvertimento finale, più agli osservatori esterni che al suo giocatore: “Lo so che manca chi sappia inventare negli ultimi trenta metri,“ ha ribadito, “ma avevamo preso Pogba e Di Maria per questo. E stiamo valorizzando Miretti, il più adatto in quel ruolo tra quelli che ci sono. Ma non è Pogba. È un 2003“.
Un’investitura totale dunque, che mette nei primi posti delle gerarchie Miretti, come primo rincalzo per il centrocampista francese ed in parte – probabilmente – anche Di Maria. E la fiducia nei suoi confronti è tale che il suo minutaggio potrebbe essere tutt’altro che indifferente anche quando la Juventus smetterà di essere virtuale. Ed intanto, sicuramente, anche il CT Mancini osserva il gioiellino di Pinerolo.
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