L’ex Inter Stramaccioni allena in Medio Oriente. E lì, anche il suo portafogli sorride: lo stipendio fa invidia a molti colleghi di Serie A.
I riflettori, su Andrea Stramaccioni, si sono accesi nel 2011, quando riuscì a vincere, con la Primavera dell’Inter, le NextGen Series, una competizione equiparabile all’attuale Youth League della UEFA. In realtà, in nerazzurro, il romano è passato alla storia per essere stato il primo allenatore – nella stagione 2012/13, a battere la Juventus all’Allianz Stadium, inespugnabile all’inizio del ciclo juventino di Antonio Conte.
A fine stagione, però, Stramaccioni venne comunque esonerato. E la sua carriera non è mai più decollata. A livello di prestigio delle panchine, in realtà, è anzi declinata: Udinese prima e Panathinaikos hanno creduto in lui inizialmente, ma l’ultima avventura in Europa è stata allo Sparta Praga (2017/2018).
Poi è arrivata la chiamata dal Golfo Persico, precisamente dall’Esteghlal di Teheran. Anche qui una sola stagione, pur con una bella rimonta dal fondo fino al secondo posto. L’estate scorsa, tuttavia, Stramaccioni ha iniziato un nuovo percorso. A Doha, l’Al-Gharafa gli ha posto un’offerta irrinunciabile, con uno stipendio che è superiore a quello della maggior parte dei colleghi di Serie A.
Stramaccioni, panchina “dorata” all’Al-Gharafa: guadagna come un allenatore top in Serie A
Con l’accordo biennale del luglio 2021, Stramaccioni ha scelto anche alcuni elementi dello staff da portare con sé. Il punto più sorprendente, però, sono le cifre: uno stipendio da 2,2 milioni di euro che lo porta a guadagnare – in fin dei conti – esattamente come uno dei migliori 10 in campionato.
In particolare, l’ex Inter percepisce la stessa somma di Gian Piero Gasperini (il cui contratto però conta anche dei corposi bonus). Una “parità” che fa capire quanto diverso sia il mondo mediorientale a livello economico rispetto all’Europa ed all’Italia. L’Al-Gharafa, quarto in classifica nel campionato qatariota, paga infatti il suo allenatore come uno, Gasperini, che è oramai una costante ai vertici del calcio italiano con l’Atalanta.
