Rangers-Napoli è la sfida tra due squadre rappresentanti di due visioni calcistiche opposte. Eppure qualcosa di inaspettato accomuna i due club
In ritardo di un giorno rispetto al programma originario, causa dispositivo di sicurezza legato al cerimoniale per la scomparsa della Regina Elisabetta II, il Napoli affronterà stasera, alle ore 21.00, i Rangers Glasgow, match valido per la seconda giornata del gruppo “A” di Champions League.
Dopo la vittoria del Liverpool contro l’Ajax i tre punti per la banda di mister Luciano Spalletti sono obbligatori per non vanificare il vantaggio acquisito con la scintillante prestazione sciorinata contro gli inglesi: per unanime parere di addetti ai lavori e tifosi, la più bella prestazione in campo europeo degli azzurri.
Tuttavia il match contro i Rangers sarà tutt’altro agevole: gli scozzesi, dopo il pesante ko contro l’Ajax, non possono più permettersi altri passi falsi; quindi ancora di più giocheranno con il coltello fra i denti, spinti dai 50 mila “blue noses” (“nasi blu”, nomignolo dei tifosi dei Rengers) che trasformeranno Ibrox Park, casa dei Rangers, in un’autentica bolgia infernale.
Dunque, Rangers-Napoli sarà anche un confronto tra due squadre che rappresentano due diverse filosofie calcistiche: da una parte grinta, corsa, forza fisica, dall’altra un calcio tecnico e manovrato, tipico delle formazioni latine. Eppure Rangers e Napoli hanno anche molto in comune, a cominciare dal colore delle maglie.
Non a caso gli scozzesi sono soprannominati “The light blues” anche perché in un articolo di giornale del 1870 la formazione scozzese dell’epoca veniva descritta come “light and speedy” mentre i calciatori partenopei sono per tutti, tifosi e media, gli “azzurri”.
Ma le convergenze tra i due club non si limitano al colore della maglia che ispira l’identico appellativo dei loro calciatori. C’è qualcosa, infatti, di ancor più sorprendente che li accomuna, lo stesso destino: entrambi i club sono risorti dalle ceneri di un recente fallimento, il Napoli nel 2004, i Rangers nel 2012, ripartendo dalla C1 i partenopei, addirittura dalla C2 gli scozzesi.
E se alla prima partita del post-fallimento, che inaugurava l’era De Laurentiis, 40 mila cuori azzurri assiepavano le gradinate dell’allora Stadio “San Paolo”, nel momento più buio della loro storia, nel primo match di Scottish League Two, erano presenti sugli spalti di “Ibrox Park” 50 mila “nasi blu“: record, tuttora imbattuto, di presenze per un match di quarta serie.
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