Polemiche accesissime in Qatar dopo le ultime partite che hanno testato le strutture che ospiteranno le principali partite dei Mondiali
Che sarebbe stata un’edizione dei Mondiali forzata, ai limiti del possibile, era evidente fin dal giorno in cui l’allora presidente della FIFA Sepp Blatter apri sorridente la busta che diceva che il Mondiale 2022 sarebbe stato ospitato dal Qatar. Come se fosse la cosa più normale del mondo.
Quello che è accaduto dopo lo sappiamo tutti. Un giro di compravendita di voti e di denaro a causa del quale sia Blatter che Michel Platini, allora presidente della UEFA e diretto discendente dell’ex presidente svizzero ai vertici del calcio mondiale, sono finiti sotto inchiesta e processo.
La questione è ancora estremamente aperta e in discussione con Blatter e Platini che da una parte si proclamano innocenti e dall’altra chiedono i danni. E il mondo del calcio che deve confrontarsi con un’edizione dei Mondiali ormai imminente, mancano meno di due mesi, tra mille perplessità.
Le ultime si sono scatenate pochi giorni fa quando al Losail Super Stadium, gigantesca struttura da 80mila persone che dovrà ospitare tutte le partite principali dei Mondiali, finale compresa, è andata in scena quella che doveva essere una sorta di prova generale.
Una sfida tra due squadre della Champions League asiatica, Al Hilal e Zamalek, che si è conclusa nel modo peggiore possibile indipendentemente dal risultato di campo che agli europei interessa relativamente poco.
Il dato di fatto è che dal punto di vista organizzativo e logistico l’evento è stato un totale fallimento. Caldo asfissiante, oltre 34 gradi, con una percentuale di umidità altissima. Stadio quasi completamente esaurito, oltre 77mila presenze, un record assoluto per qualsiasi evento sportivo in Qatar dove nemmeno il Gran Premio di Formula 1 ha mai messo insieme così tanta gente sugli spalti.
Dopo mezz’ora le scorte di acqua dei bar erano esaurite. Gli impianti di climatizzazione che regolamentavano la temperatura all’interno dello stadio sono andati in tilt. Alcune persone si sono sentite male a causa della ressa e del caldo.
Ma il peggio è accaduto all’uscita, quando tutti gli spettatori si sono accalcati verso la fermata della metropolitana, distante 2.5 chilometri. Per smaltire la folla ci sono volute più di quattro ore, tra malori, proteste, polemiche e anche qualche incidente che ha visto intervenire la polizia.
Il governo e gli organizzatori tranquillizzano tutti. Ufficialmente parlano di “problemi sotto controllo e in via di normalizzazione”. Ma la realtà è che sono stati venduti 2.5 milioni di biglietti a fronte degli oltre tre milioni previsti dall’organizzazione in un paese che in tutto ospita tre milioni di abitanti e che nell’arco di un mese prevede l’arrivo di non meno di 1.2 milioni di persone tra tifosi e addetti ai lavori.
Cresce insomma la preoccupazione per un evento che, dal punto di vista logistico, rischia di avere un impatto drammatico su tutta la struttura ricettiva, alberghiera e di trasporto del paese.
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