In FIFA 2003, Matteo Brighi diventava il giocatore più forte di tutti: scopri di che cosa si occupa oggi l’ex centrocampista della Roma.
Nel 2003, il mondo della tecnologia era completamente diverso. Il web non era ancora così capillarmente diffuso e – nel mondo dei videogiochi – non v’era tutta l’attenzione che c’è oggi su FIFA, il gioco di calcio più famoso del mondo. Un gioco che, a posteriori, tra i più giovani, ha reso ancora più famoso Matteo Brighi, soprattutto per l’edizione 2003.
In quell’anno, infatti, il riminese aveva 21 anni, militava nel Parma ed era uno dei giovani più promettenti nel panorama calcistico italiano. Evidentemente, però, per gli sviluppatori di FIFA era qualcosa di più: perché il suo valore potenziale, dopo la crescita nella carriera sul gioco, era più alto di tutti, ed arrivava a 97. Un valore soltanto eguagliato da Luis Figo, e superiore a quello di Andriy Shvechenko, Zinedine Zidane e Oliver Kahn.
Purtroppo, però, la previsione di FIFA non si è avverata. Brighi è stato protagonista di un’ottima carriera, giocando per più di dieci anni in Serie A, ma senza mai avvicinarsi all’élite del calcio mondiale. La sua vita da professionista si è conclusa da non molto, ed oggi Brighi sta vivendo una nuova avventura, che lo coinvolge sempre nel mondo del pallone.
Cosa fa oggi Matteo Brighi, la “gemma nascosta” di FIFA 2003
L’ultima tra le 12 maglie indossate nella sua carriera, l’ultima per Brighi è stata quella dell’Empoli nella stagione 2018-19, in seguito alla vittoria del campionato in Serie B. Da allora ha appeso gli scarpini al chiodo, anche se ogni tanto salta fuori l’aneddoto che lo riguarda in FIFA 2003.
L’ex centrocampista, classe 1981, ha detto di aver mai capito il motivo della sua crescita esponenziale in FIFA, che lo rendeva il migliore di tutti per media statistica. Probabilmente, tutto si spiega meglio ricordando un premio in particolare ricevuto da Brighi. Che era davvero un giovane da tenere d’occhio in quegli anni, in Serie A: e non a caso è stato nominato Miglior giovane dell’anno 2002 dall’Associazione Italiana Calciatori.
E proprio con questa, dopo aver fatto parte dei consiglieri in diverse stagioni quando ancora giocava, lavora ancora oggi. Per il resto, fa una vita abbastanza lontana dai riflettori, ma ama ancora il calcio. Rilascia ogni tanto delle interviste in cui parla delle sue ex squadre (tra cui anche la Roma) e soprattutto ha una sua scuola calcio a Rimini, in cui allena dei bambini.