Fabio Miretti ha svelato perché a otto anni scelse la Juventus al posto del Torino. Non c’entra il fatto che fosse tifoso bianconero
Fabio Miretti continua la sua evoluzione nella rosa della Juventus. Entrato nel vivaio come centrocampista centrale, dal 2019 si è messo in evidenza nell’Under 17 come trequartista. Si vede che legge bene il gioco, rifinisce e conclude. Chiude la stagione 2019-20 con 16 gol e sei assist in 17 partite.
Juventino per tradizione familiare, ha cominciato a giocare con il Saluzzo, dove è nato, poi con il Cuneo. Dal 2011 ha vestito i colori della sua squadra del cuore. E oggi era il più atteso dei tre giovani presentati in conferenza stampa insieme a Maurizio Arrivabene e Federico Cherubini.
La dirigenza juventina ha infatti scelto questa occasione per presentare da un lato Miretti, Nicolò Fagioli e Matias Soulè; dall’altro il progetto Next Gen estensione della sperimentazione della squadra Under 23.
Allegri gli sta dando sempre più fiducia, e non solo per l’indisponibilità di Pogba infortunato nella tournée estiva negli USA. Gli ha dato spazio anche in Champions League in casa del Paris Saint-Germain. “Mi ha colpito la qualità e velocità di ogni smarcamento e di ogni passaggio, tutti completati con grande qualità” ha detto.
Fabio Miretti ha raccontato, confermando quanto già emerso in passato, di considerare il belga Kevin De Bruyne il suo attuale idolo. Ma non è sempre stato così. Da bambino, infatti, Miretti ammirava Pavel Nedved, oggi vicepresidente della Juventus.
Una volta entrato in prima squadra, ha detto raccontando le difficoltà della scorsa stagione, “ho fatica soprattutto dal punto di vista dell’adattamento fisico. Quel che mi ha messo più in difficoltà è stato l’aspetto psicologico del dovermi adattare adattarmi ai diversi ritmi e difficoltà”.
Eppure questa storia di successo avrebbe potuto non essere scritta. Quando aveva otto anni, infatti, sul piccolo Miretti non c’era soltanto la Juventus, la sua squadra del cuore. C’era anche il Torino. Il centrocampista però ha scelto i bianconeri.
Si potrebbe pensare a una scelta dovuta all’affetto per i colori della Juve. Non è così. E’ una scelta di opportunità molto più pragmatica. “I servizi che forniva la Juve erano una comodità. Ci passava a prendere la navetta – ha raccontato -. Per questo io e la mia famiglia abbiamo scelto la Juve”.
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