Inter-Bayern, Simone Inzaghi e la bocciatura definitiva: tifosi spiazzati. Il tecnico analizza il pesante ko all’esordio in Champions
Non è andata come i tifosi dell’Inter speravano. La grande impresa sognata dai sostenitori nerazzurri nel match d’esordio in Champions League contro la corazzata Bayern Monaco non c’è stata. Anzi, i bavaresi hanno espugnato il Meazza con irrisoria facilità.
Il 2-0 che la squadra di Nagelsmann ha rifilato a Lautaro e compagni non rispecchia del tutto la debordante superiorità degli ospiti nei confronti di un’Inter apparsa di gran lunga inferiore all’avversario.
Nelle consuete dichiarazioni del dopo partita, Simone Inzaghi si presenta piuttosto sconsolato. L’allenatore nerazzurro è costretto a commentare la sconda sconfitta consecutiva in pochi giorni, ma stavolta è un ko impossibile da giustificare.
L’analisi del tecnico piacentino è in linea con quanto si è visto in campo: “Nei primi venti minuti eravamo troppo contratti e impauriti. Del resto si è giocato contro una squadra straordinaria, intensa, una delle più forti d’Europa“.
Sull’episodio del gol, bellissimo di Leroy Sanè, Inzaghi non lesina critiche ai suoi: “Sanè è stato bravissimo, è un grande giocatore e da uno così ti aspetti giocate simili. Ma noi avremmo dovuto comportarci meglio. Poi i ragazzi hanno reagito creando tante situazioni e sbagliando tecnicamente l’ultimo passaggio“.
Simone Inzaghi, il solito problema della difesa
Ma tra una critica e l’altra, il tecnico dell’Inter ad un certo punto rilascia una dichiarazione che farà senz’altro discutere critici e osservatori da qui alle prossime ore: “Stasera non ricordo grandi parate di Onana”.
Si tratta quasi certamente di una carezza fatta nei confronti di una squadra che rischia di perdere autostima e fiducia nelle proprie capacità. Poi però arriva un’altra reprimenda.
“Avremmo dovuto essere più bravi in certe letture tra centrocampo e difesa. Il Bayern Monaco possiede giocatori che in ogni momento possono crearti problemi e costruire occasioni da gol. Non dovevamo prendere il 2-0 al 67′ perché in quel momento la partita era ancora aperta“.
La verità, difficile da digerire per una squadra di grandi tradizioni come l’Inter, è che ad oggi la distanza tra la squadra nerazzurra e le grandi d’Europa è abissale e il lavoro fatto finora non è bastato a ridurre il gap.