Il 7 settembre 1893 nasceva la società di calcio più antica d’Italia il Genoa, i tifosi rossoblu ne hanno approfittato – come ogni anno – per feste e celebrazioni
É una ricorrenza speciale per il calcio italiano che oggi, 7 settembre, festeggia 129 anni di vita. É il giorno del compleanno del Genoa Cricket and Football Club, la società di calcio più antica d’Italia, fondata nel 1893.
Il Genoa è una realtà davvero molto particolare non solo del calcio italiano, ma anche internazionale. Una storia, una tradizione, vicissitudini di grandi glorie e di drammi che hanno lasciato un segno profondo nelle vicende non solo del club ma anche della città.
A mezzanotte centinaia di tifosi del Genoa hanno festeggiato con una processione di sciarpe e striscioni, e tanti fumogeni, lungo corso Italia, la splendida passeggiata a mare che porta dalla Foce, il vecchio quartiere dei pescatori, fino a Boccadasse.
Alle 18 appuntamento allo stadio Luigi Ferraris. Che i vecchi genoani chiamano ancora “il campo”. Perché chiamarlo Marassi, a Genova, significa confonderlo con l’attiguo carcere, le cosiddette case rosse.
Il compleanno del Genoa
Sulla fondazione del Genoa ci sono libri, tesi di laurea, approfondimenti sociologici di grande importanza. Perché fu un evento storico. Il fondatore era un inglese, un medico: Lord James Spensley. Il dottor Spensley, come molti suoi compatrioti, scelse Genova non per caso. La Superba aveva una splendida università, uno degli ospedali più antichi d’Europa (San Martino) e vantava una radice estremamente inglese.
A Genova le residenze di nobiliari di radice inglese sono moltissime. A Genova avevano sede i Lloyd assicurativi e di navigazione. E se i genovesi per primi ricordano con orgoglio di avere battuto moneta (Banco di San Giorgio) e stampato certificati assicurativi (i carichi delle navi andavano protetti e tutelati) oggi affermano con molto orgoglio di essere la prima squadra di calcio del nostro paese. Che però è inglese. E per questo si chiama Genoa. La pronuncia dovrebbe essere Ghiinoa, all’inglese. I tifosi rossoblu preferiscono Zena. Con la zeta dolce, quella genovese.
Football and Cricket
Lord Spensley fondò il Genoa insieme ad altri appassionati di calcio inglese quella che doveva essere una polisportiva dedicata anche al cricket, altra grande passione britannica. La denominazione cricket c’è ancora. I genoani spesso chiamano il club “il cricket”. Da tempo il Genoa è affettuosamente soprannominato “O vegiu marottu”, il vecchio balordo, il vecchio malato.
Il Grifone, ispirato a una figura mitologica che doveva ricordare qualcosa che fosse inglese e genovese al tempo stesso – il drago di San Giorgio era già impegnato e a Genova è sacro per tutti – arrivò dopo. Inizialmente la maglia era bianca. Inglese. Con una croce rossa sul petto. Quella di San Giorgio che compare anche sulla bandiera inglese e in tutti i simboli della città. I colori rossoblu furono certificati molti anni dopo.
La leggenda della fondazione del Genoa
Sul dove e sul come il Genoa sia nato ci sono molte versioni, nessuna delle quali probabilmente vera ma tutte credibili. Quella più amata sfiora il concetto di leggenda. Che racconta che Spensley – che in Italia fondò anche il movimento Scout – abbia dichiarato fondato il Genoa Football and Cricket Club poco dopo le 21.30, al termine di una prima cena sociale in una osteria a poca distanza dall’attuale via Luccoli, nel pieno centro cittadino. In quella piazza, tra Banchi, Caricamento e i Caruggi, c’è una targa dove oggi molti tifosi genoani sono passati per un saluto, una foto e un grazie.
Alla narrativa genoana si ispirano molte tradizioni e molti di dire bizzarri. Uno per tutti descrive sia il genoano che il genovese. Rigorosamente con il condizionale… perché per il genovese l’eventualità negativa (definita maniman) è sempre dietro l’angolo. “Sono genoano, e ogni tanto mi piacerebbe vincere”.
In realtà il Genoa è la quarta squadra italiana dopo Juventus, Inter e Milan per numero di scudetti vinti. Fermi da quasi un secolo a quota nove. Il decimo non arrivò mai. Quella benedetta stella che i tifosi genoani continuano a invocare nei loro cori. Nel frattempo dal limbo della Serie B festeggiano il compleanno del loro club e del calcio italiano. Nato davanti a una pinta di sidro per merito di un medico inglese, benefattore, umanista e primo genoano della storia.