La moviola di Napoli-Lecce. L’analisi degli episodi contestati della partita a partire dal rigore per i salentini sbagliato da Colombo
Napoli-Lecce potrebbe sbloccarsi al minuto 23. Il centrocampista Ndombele colpisce infatti l’attaccante dei salentini Di Francesco. Il suo intervento appare prima sul pallone, poi sullo slancio Ndombele finisce anche per sgambettare l’avversario.
L’arbitro Marcenaro assegna immediatamente il rigore, che viene confermato dal VAR dopo un silent check. Gli assistenti, dunque, non ritengono serva che Marcenaro lo vada a rivedere allo schermo. Per quanto la decisione possa essere discussa dai tifosi, non c’è un grave ed evidente errore, dunque.
Il regolamento stabilisce che l’arbitro deve assegnare un calcio di rigore se, all’interno dell’area di rigore, un giocatore carica, salta addosso, dà un calcio o solo tenta di farlo, spinge, colpisce o tenta di colpire, sgambetta o tenta di sgambettare, un avversario. Il regolamento prevede anche, tra le fattispecie di infrazioni che costano una punizione diretta, e dunque un rigore se avviene in area, anche l’effettuazione di un tackle o di un contrasto.
Moviola Napoli-Lecce, la spiegazione del rigore
Tutti questi interventi sono punibili se l’arbitro li ritiene negligenti, imprudenti o condotti con vigoria sproporzionata. Nel caso di Ndombele, non essendo stato ammonito, c’è da pensare a un giudizio di negligenza, che non comporta da regolamento una sanzione disciplinare.
Si definisce negligente un intervento in cui un calciatore, si legge nel regolamento, “mostra una mancanza di attenzione o considerazione nell’effettuare [il] contrasto o che agisce senza precauzione”.
Colombo va a battere il calcio di rigore, segna ma non vale perché l’arbitro non ha fischiato. Riparte, Meret si tuffa alla sua sinistra e para. Poi, dopo il vantaggio del Napoli, Colombo troverà modo di rifarsi segnando un grandissimo gol per l’1-1.