Milan, cambia la società? La verità a TVPlay sorprende i tifosi

Nelle ultime ore si è vociferato con insistenza di un possibile cambio societario nel Milan. Il giornalista Carlo Festa a TVPlay ha provato a chiarire la situazione

Il Milan, secondo le ultime indiscrezioni, è vicinissimo dall’essere acquistato da RedBird, il fondo americano di proprietà del finanziere Gerry Cardinale. La notizia è rimbalzata con insistenza in queste ore ed i tifosi fremono, vogliono saperne di più.

Paolo Maldini, Frederic Massara e Ivan Gazidis (Foto LaPresse)

Il giornalista de Il Sole 24 Ore, Carlo Festa, nel corso della diretta odierna di TvPlay su Twitch ha fatto il punto sulla questione e le sue parole hanno incuriosito i sostenitori rossoneri.

In merito ai nuovi investitori, che sarebbero in procinto di acquistare il Milan, ha spiegato: “Probabilmente sono veri i nomi, propriamente non sono i New York Yankees ma la holding che li controlla. Comunque, con il Milan non è un’operazione così semplice come potrebbe sembrare. Il fondo RedBird raccoglie capitali e ci sono una serie di soggetti per mettere questi capitali, alcuni nomi sono venuti fuori e ne verranno fuori altri. Il signor Cardinale probabilmente è andato a Wall Street a cercare investitori. Si sommeranno una serie di investimenti con Elliot che resta il principale soggetto coinvolto”.

Il Milan a RedBird? La precisazione a TVPlay

Il Milan a RedBird? La precisazione a TVPlay (Foto LaPresse)

Carlo Festa ha poi proseguito: “A mio avviso questi fondi di investimento sono una cosa diversa, non sono i Berlusconi che investono direttamente, non si conoscono gli investitori. Un fondo non può mettere cifre folli, perché si alzerebbero i costi, servono altri investitori etc.. Bisogna vedere inizialmente quanti investitori si riesce a mettere insieme”.

Infine ha concluso: “ll valore di un club lo so che può sembrare strano ma spesso non è fatto da risultati calcistici ma di bilancio. Su quel fronte è difficile dirlo. Poi non si sa nemmeno quanto investiranno questi azionisti della holding degli Yankees, magari mettono poco budget e sono piccoli investitori. Mi occupo da vent’anni di investimenti e quando ho visto i gruppi arrivare sono stato contrario fin da subito, perché so come lavorano. Vorrei vedere qualche risultato in più”.

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