Nel 2004 José Mourinho si è auto-definito Special One ma c’è chi oggi non è d’accordo con questo suo soprannome ormai diventato celebre.
Nella prossima Champions League, l’Inter dovrà giocarsi la qualificazione agli ottavi con Barcellona e Bayern Monaco. Al vice-presidente nerazzurro Javier Zanetti, e praticamente a tutti i tifosi dell’Inter, è tornato in mente il Triplete del 2010. In quell’occasione i nerazzurri riuscirono a eliminare i catalani in semifinale, con un capolavoro difensivo in inferiorità numerica al Camp Nou, prima di piegare i bavaresi al Bernabeu con due gol del “Principe” Milito.
Quelle due vittorie hanno cementato la fama di Jose Mourinho come “Special One”. Una fama che, nonostante i risultati un po’ appannati delle ultime stagioni, continua a durare. E spiega anche le aspettative crescenti per la sua esperienza sulla panchina della Roma. Il successo in Conference League, il primo in Europa per la società dalla Coppa delle Fiere del 1961, ha fatto crescere ancora di più l’entusiasmo.
Il suo palmares certamente giustifica il suo soprannome. Mourinho ha vinto il campionato in tutte le nazioni in cui ha allenato: Primeira Liga portoghese (2 volte), Premier League inglese (3), Serie A italiana (2) e Liga spagnola. E’ anche l’unico allenatore capace di vincere sia la Champions League sia l’Europa League più di una volta.
Mourinho si è autoproclamato Special One la prima volta che si è presentato al Chelsea nell’estate del 2004. Ma non tutti i suoi giocatori si ritrovano d’accordo con questa definizione.
Una delle prime mosse di Mourinho al Chelsea, dopo essersi presentato ai giornalisti come Special One, ha riguardato l’attaccante olandese Jimmy Floyd Hasselbaink. Capocannoniere della Premier League nel 1998-99 e 2000-01, era arrivato a Londra con il trasferimento allora più costoso della Premier League nel 2000.
Mourinho però lo scarica nel 2004, e l’olandese passa a parametro zero al Middlesbrough. Avrebbe chiuso da capocannoniere della squadra le successive due stagioni. “Ero deluso, Mourinho non mi ha mai parlato” ha rivelato in un podcast per la BBC. “Sono sicuro che qualcuno disse a Mourinho che ero un giocatore con cui era difficile lavorare, ma non era affatto così”.
Al suo posto, ha ricordato Hasselbaink, il Chelsea ha acquistato Drogba. “E’ stato un grande affare, ma penso che avrei potuto giocare anche accanto a lui – ha detto -. Tempo dopo ho parlato con Mourinho e ha ammesso che aveva fatto un errore con me. E’ un coach brillante, è straordinario quello che ha fatto nel calcio. Ma altro che Special One, nei miei confronti non lo è mai stato”.
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