Antonio Conte, Tuchel e gli altri. Il tecnico salentino è sempre al centro della polemica anche a causa delle sue sfuriate. Le 5 più celebri.
Antonio Conte ha sempre messo tutto in campo. Anche un carattere da leone. Lo stesso quando è passato dall’altra parte della barricata. In panchina, infatti, le cose non sono cambiate. Il tecnico salentino ancora oggi è rinomato per le sue sfuriate: celebre quella ai tempi della Juventus che coniò addirittura l’avverbio “agghiacciante” come uno dei più frequenti del periodo.
L’allenatore, però, è solito scagliarsi non solo contro i giocatori, ma anche contro gli allenatori colleghi. Faccia a faccia che spesso hanno dato vita a veri e propri siparietti in grado di animare pre e post partita. Si passa dall’Italia all’Inghilterra, Serie A e Premier League senza distinzioni. Una sequela di battibecchi che rendono più pepato un campionato in evoluzione.
Antonio Conte, panchina ruggente: le 5 sfuriate più note
Rimanendo in Italia impossibile non ricordare le litigate a colpi di fioretto tra lui e Fabio Capello. Sia per le diverse gestioni alla Juventus che per i differenti approcci a gioco e partite: basti pensare che, dopo i match più importanti, Antonio Conte si rifiutava di parlare con l’ex Roma perchè “non aveva niente da dire”. Testuali parole. Il gelo è subentrato anche con Guardiola e Mourinho.
Celebri le liti ai tempi del Chelsea: i due colleghi l’hanno spesso definito “fumantino”. I motivi erano il più delle volte legati a post gara poco cordiali: si è sfiorato l’incidente diplomatico in qualche occasione. Quando la giugulare aveva la meglio sulla diplomazia. Un’altra lite memorabile fu quella con un suo ex compagno che non ha allenato ma avrebbe potuto. Pavel Nedved.
Memorabile un acceso alterco dalla tribuna con tanto di gestaccio da parte dell’ex nerazzurro. Conte non si è fatto mancare niente neppure ai tempi della Nazionale: notevole un batti e ribatti con Low nel corso di Italia-Germania, non può essere una partita qualsiasi. Figuriamoci con certi CT a bordo campo. La differenza non la fa solo il rettangolo verde, ma il più delle volte conta anche e soprattutto quel che succede ai lati.