Lewandowski, la bocciatura è pesantissima: “Ora c’è più gioia…”. Il 34enne centravanti polacco ha detto addio al Bayern dopo otto lunghi anni
Ha avuto inizio con un roboante e tennistico 6-1 in trasferta contro l’Eintracht di Francoforte il nuovo corso del Bayern Monaco privo, dopo ben otto anni, di Robert Lewandowski. Il centravanti polacco ha infatti deciso, ad un anno dalla scadenza di contratto, di provare una nuova esperienza professionale accettando l’offerta del Barcellona.
La trattativa tra il club bavarese e i catalani si è trasformata in un estenuante tira e molla andata avanti per quasi due mesi: alla fine il Bayern si è dovuto arrendere all’irriducibile volontà del bomber polacco di cambiare aria.
Ma l’addio di Lewandowski, inizialmente mal digerito da dirigenti e tifosi bavaresi, potrebbe trasformarsi in una nuova opportunità.
Come ha ricordato il direttore sportivo Salihamidzic, l’addio del centravanti punto di riferimento fisso dell’attacco del Bayern da otto anni investirà di maggiori responsabilità tutti gli altri componenti del reparto offensivo.
Lo stesso tecnico dei bavaresi, Julian Nagelsmann, ha dichiarato di poter pretendere di più dagli altri elementi dell’attacco. “L’addio di Lewa farà bene a molti, la squadra non ne risentirà“. E i primi risultati sembrano dargli ampiamente ragione.
Sulla stessa lunghezza d’onda di Nagelsmann è un ex campione del mondo con la nazionale tedesca a Italia ’90 e bandiera del Bayern Monaco, vale a dire Lothar Matthaus. L’ex centrocampista, nella sua consueta rubrica su Sky Deutschland, si dice convinto che senza Lewandowski i bavaresi possano esprimersi anche meglio.
“Si ha quasi l’impressione che il Bayern sia addirittura migliore senza Robert Lewandowski. Io la vedo così. Sembra che ci sia più gioia nel giocare da parte di tutti i giocatori. Il sistema di gioco prima era modellato su Lewandowski e funzionava benissimo, non è un problema se un calciatore da solo realizza 50 gol“.
Elogi di prammatica, da parte di Matthaus, nei confronti del bomber polacco. Ma la sua partenza potrebbe aver giovato al gioco di squadra. sostiene l’ex centrocampista dell’Inter.
“Adesso ogni giocatore ha la possibilità di dimostrare quanto vale e di respirare un po’. Si vede che tutti giocano un po’ più liberi e in più i calciatori non devono rimanere fermi nella loro posizione, il che dà alla manovra offensiva parecchia flessibilità“.
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