Zeman, ex allenatore di Foggia, Lazio e Roma. (LaPresse)
E’ guerra tra due allenatori simbolo della Roma, Zeman contro Mourinho è una polemica che divide la tifoseria. Cos’ha detto il boemo.
Il tifo giallorosso assiste ad uno scontro tra due idoli. Uno appartiene al passato, l’altro è il presente, si tratta di Zdenek Zeman e José Mourinho. I due allenatori sono sicuramente due personaggi di una certa rilevanza, due che quando aprono bocca non dicono mai nulla di banale e anzi, ogni dichiarazione è impossibile che non assuma rilevanza. Stavolta però il boemo ha attaccato il collega lusitano dandogli una stilettata che sta facendo parecchio rumore.
Zeman e Mourinho, due facce della stessa medaglia? Chissà. Di sicuro ad uno non piace l’altro e si tratta del boemo ex-Foggia, Lazio e Roma. Ad accomunarli tatticamente c’è decisamente poco, per non parlare del confronto tra le rispettive bacheche. Di sicuro però c’è sicuramente la risonanza mediatica che riscuote ogni dichiarazione dell’uno e dell’altro.
L’allenatore 75enne ha lanciato un’invettiva piuttosto tagliente verso il più blasonato collega portoghese in un’intervista recentemente rilasciata per il quotidiano Libero. La critica dell’anziano allenatore, decisamente più famoso per le sue battaglie contro “i poteri forti del calcio” e per il suo stile di gioco ultra-offensivo, è tranciante e trasversale.
Per alcuni tifosi della Roma la notizia dell’attacco di Zeman a Mourinho sarà stata sicuramente una doccia fredda. Per quanto l’allenatore ex-Foggia, Lazio e Roma abbia sempre abbastanza diviso la tifoseria, in molti ricordano le sue battaglie condotte ai tempi della Roma. Il boemo però ha ultimamente criticato l’attuale allenatore giallorosso con una serie di invettive.
“Piace ai giornalisti – ha sentenziato Zeman – perché attira l’attenzione, però il campo è un’altra cosa“. Il commento del maestro del 433 è lapidario e non lascia scampo, ma non finisce qui. Il tecnico boemo ha poi rincarato la dose in maniera ancora più incisiva: “L’allenatore perfetto insegna calcio, non si limita a mettere 11 calciatori in campo sperando nella fortuna“. C’è stato spazio anche per un raffronto: “Migliorare un giocatore che viene regolarmente contestato è un’importante vittoria per un allenatore ed è quello che feci io con Tommasi e Di Francesco“.
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