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Calcio

Spalletti, da risorsa a parafulmine: Roma, Milano e Napoli, la mappa delle crisi

Spalletti, da risorsa a parafulmine. Il tecnico, da qualche anno, si trova al centro di stravolgimenti societari: la mappa delle crisi.

Luciano Spalletti, poche parole (forse) e tante espressioni. Il tecnico di Certaldo ci ha abituato, nell’ultimo periodo, a essere sempre più criptico ma anche critico nei confronti di un sistema che riconosce solo in parte. L’allenatore, dopo gli anni all’Udinese, era celebre per la capacità di prendere le squadre e rivoluzionarle.

Spalletti, la mappa delle crisi (LaPresse)

La Roma del 2006 è opera sua: Totti reinventato prima punta dopo l’infortunio e le storie su come il toscano l’abbia riportato in vetta alla classifica marcatori grazie al 4-2-3-1 plasmato a propria immagine e somiglianza con Perrotta sulla trequarti e De Rossi centromediano metodista. Altri tempi, stesso calcio: quello che gli ha portato fortuna in Russia – dove ha vinto e convinto – dopo un’uscita di scena dalla Roma con cui ha sfiorato il sogno Scudetto più volte senza riuscirci mai davvero.

Spalletti, la metamorfosi di un vincente

Il tecnico di Certaldo in mezzo alla tempesta Napoli (LaPresse)

Nel 2016 torna per sostituire Garcia, la crisi in giallorosso invece di risolverla l’ha acuita: il caso Totti, l’eterna diatriba a mezzo stampa. Un vero e proprio “duello” mediatico fra loro due – che ha portato anche a una serie tv – il ritiro “forzato” del Capitano di allora e tante cose non dette che forse nessuno ha voglia di rivelare. Lo scenario non cambia all’Inter poco tempo dopo, dove viene chiamato per riportare la squadra in Champions, ci riesce ma quando è il momento di fare il salto di qualità scoppia il caso Icardi.

L’ex Samp – oggi al PSG – in rotta con la società viene estromesso da Spalletti, su precisi ordini della dirigenza. Ne deriva un’annata di alti e bassi che vede i nerazzurri nelle zone alte della classifica senza mai fare il salto di qualità. Vincono gli altri, fin quando non arriva Conte (contattato in segreto) e Spalletti viene accompagnato alla porta senza troppi convenevoli.

Chi si accontenta gode, forse: rimpianti e rimorsi di una carriera a metà

Si poteva fare meglio? Sì, ma il tecnico di Certaldo incassa, eppure ne avrebbe di cose da dire, preferendo andare a Napoli dopo qualche tempo fermo. Pausa che gli è servita per ricaricare le batterie e togliersi di dosso quell’etichetta di “tagliatore di teste” che albergava in spogliatoio tra una squadra e l’altra.

Il tecnico pronto a un’altra stagione complicata (La Presse)

Veniamo ai giorni nostri, in cui dopo un’annata in cui anche i partenopei ritrovano la Champions dopo anni di magra, e Spalletti è chiamato all’ennesima rivoluzione: squadra smantellata dei leader in poco tempo e un mercato utile per fare miracoli, ma i giocatori non scelgono più Castel Volturno e preferiscono andare altrove. Un po’ come era successo a Roma e Milano.

Campo e campagna, gli eterni dubbi di un Amleto mancato

Quindi, uno come Spalletti, che non ha mai difettato di intelligenza, qualche domanda comincia a farsela: perchè mi lasciano sempre in balia della tempesta? Deve esserselo chiesto, al pari di un novello Amleto. Essere o non essere, allenare o non allenare? Questo è il problema. La risposta ancora non c’è: non c’era per Shakespeare, figuriamoci per Luciano. I dubbi, tuttavia, aumentano.

L’allenatore di fronte all’ennesimo stallo societario (LaPresse)

Ecco perché, forse, vederlo passeggiare solo in bicicletta senza una meta apparente sembra meno strano di quanto si creda: un uomo solo al comando. Nel vero senso della parola, perché – anche stavolta – gli attendenti vengono meno. Allenare è il lavoro più bello del mondo, dipende da come lo fai: ci sono momenti in cui, magari, Luciano vorrebbe tornare in campagna – nella sua Toscana – con meno pressioni e più scadenze. Sicuramente non è come il rettangolo verde, ma sarebbe comunque un terreno più fertile per lavorare rispetto a quello che gli hanno presentato certe società.

Andrea Desideri

Andrea Desideri. Giornalista freelance, appassionato di cinema, speaker radiofonico, sollevatore di pinte e romantico quando serve.

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Andrea Desideri

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