Dybala arriva nella Capitale. L’argentino riparte da Roma, ma la trama dei Friedkin è ben più articolata: cosa potrebbe accadere.
Dybala è della Roma. Giù la maschera, ma l’esultanza dell’argentino non c’entra nulla perché stavolta a esultare per primi sono i giallorossi grazie a una strategia da manuale: i Friedkin sono arrivati a Dybala partendo da lontano, hanno agito da bravi scacchisti nelle retrovie.
L’intenzione di prenderlo c’era da Maggio, ma nessuno lo sapeva: chiunque si azzardava a parlare – perchè qualche indiscrezione è arrivata – veniva preso per pazzo. La follia è come la gravità – dice Joker nel film di Nolan – basta solo una piccola spinta. La Roma la spinta l’ha data subito dopo la Conference League, cominciando i primi sondaggi. La proprietà giallorossa ha visto che c’era margine per trattare e ha aspettato prima di mostrare le proprie pezze d’appoggio.
Ha atteso che Napoli e Inter si tirassero indietro per costringere Dybala a ragionare su un ingaggio ribassato che potesse portare a concludere un accordo preciso, dove la chiave sono i bonus a presenza: significa che il rilancio del giocatore è preponderante. Cosa che altrove non potevano – per ovvie ragioni – garantirgli. Altro aspetto, non meno importante, è tutta la parte di comunicazione correlata al colpo Dybala.
Guadagni – anche in tal caso – costruiti sui rumors e la spettacolarità: le voci sull’affitto dello stadio, l’ipotesi Ronaldo per poi arrivare alla “scala reale” che porta alla Joya prelevato da Torino con l’aereo privato dei Friedkin. Una “sceneggiatura” ben precisa che alimenta non solo la voglia della piazza ma anche i guadagni degli sponsor. Ultima ma non per importanza la diatriba – anche qui artefice di traffico social prima ed economico poi – riguardo alla maglia numero 10.
Dybala al posto di Totti. Se l’avessero detto qualche tempo fa sarebbe stata eresia: oggi, invece, è possibile anche grazie a una tela ben precisa di mosse e interazioni. Totti che chiama l’argentino per mettersi d’accordo, l’ipotesi serpeggia: il marketing che partorisce già i primi fotomontaggi e le azioni giallorosse che salgono. La scelta della 10 non è ufficiale, ma solo un’eventualità. Questo basta per alimentare rumors e suggestioni. Anche se dovesse scegliere il numero 21 – come presumibilmente farà – la macchina è partita: un altro fuoriclasse scuote Roma e la Roma.
Teatralità e business fusi in un unico afflato per rendere grande una squadra che agisce di pari passo al cuore pulsante della città: una vera e propria trama costante ancora non arrivata ai titoli di coda. Dybala è della Roma, ma le scene più belle devono ancora venire. I Friedkin, maestri nella produzione cinematografica, si stanno specializzando in favole: quella giallorossa è a buon punto.
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