Domani alle 18 all’Academy Stadium del Manchester City l’Italia affronta la gara contro l’Islanda, servono tre punti per passare al secondo turno dell’Euro di calcio femminile
Non è tanto una questione di numero di gol o di differenza reti. Per avere la sicurezza di poter acciuffare il secondo posto del girone e rimediare in qualche modo alla pesantissima sconfitta contro la Francia di sabato sera, serve una vittoria.
Con due vittorie contro Islanda e Belgio l’Italia sarebbe qualificata agli ottavi di finale dell’Euro femminile. I conti sono semplici e se non altro le Azzurre di Milena Bertolini hanno la consapevolezza di essere responsabili e padrone del loro stesso destino.
Tuttavia l’Islanda si presenta a questa gara con credenziali che sono un motivo di preoccupazione, soprattutto se l’Italia in difesa dovesse dimostrare le stesse svagatezze viste contro la Francia nei primi 45’ di gioco.
Fortissima fisicamente, l’Islanda è la squadra atleticamente di gran lunga più potente di tutto l’Europeo. Una squadra che ha un gioco semplice, che si sviluppa molto sulle fasce e che punta tutto su palloni lunghi, cross e suggerimenti alti.
É la squadra che ha proposto più conclusioni di testa di qualsiasi altra formazione dell’Euro femminile (ben otto), vincendo un gran numero di duelli aerei tra centrocampo e difesa (27, più di chiunque altro).
Euro Femminile, come gioca l’Islanda
L’Islanda con il Belgio si è permessa il lusso di sbagliare un rigore proponendosi con estrema efficacia sulle fasce in particolare con Sveindis Jane Jonsdottir, ala 21enne del Wolfsburg che si è dimostrata imprevedibile e puntualissima con i suoi traversoni. Una giocatrice sulla quale il Belgio ha faticato enormemente, provocando un gran numero di falli: e proprio da un calcio di punizione la squadra islandese ha costruito la base del suo gol del vantaggio.
Nell’Islanda militano due giocatrici della nostra Serie A. Il capitano Sarah Bjork Gunnarsdottir (domani alla sua 133esima presenza), colonna della Juventus, e la giovane Guony Arnadottir (21 anni, Milan).
Una squadra che è diventata un modello di comportamento, e non solo di gioco. In un paese piccolo e con pochi tesserati, il calcio femminile islandese è una realtà importante. Non solo dal punto di vista sportivo: ma anche sociale.
La federazione islandese è stata una delle prime al mondo a inserire nel proprio programma sportivo condizioni agevolate – assicurazione, garanzie mediche e stipendio – per le proprie calciatrici desiderose di avere un figlio. Cinque di loro sono madri. Nel loro ritiro familiari, figli e compagni sono i benvenuti.
Il tutto in un clima goliardico e cameratesco. Il camp islandese all’Europeo si sta dimostrando uno dei più divertenti in senso assoluto: scherzi, giochi, battute… le Stelpurnar Okkar (che in islandese significa le nostre ragazze…) sono diventate virali a più riprese con i loro balletti sui social.
A little dance before we put our game face on😈#dottir pic.twitter.com/H9wovzIg2p
— Knattspyrnusambandið (@footballiceland) July 13, 2022