Insulti, minacce e addirittura affronti: dallo striscione contro Calhanoglu al pallone tirato contro Mario Rui, quando i tifosi oltrepassano i limiti.
Il mondo del calcio sta cambiando e non solo dentro il rettangolo di gioco, ma anche fuori. Il mercato è cambiato; i presidenti sono cambiati; anche i tifosi sono diversi rispetto a qualche generazione passata.
I supporter diventano esigenti, morbosi, anche fastidiosi. I calciatori non sono visti più come semplici sportivi, ma personaggi inarrivabili, intoccabili, quasi immaginari. Macchine senza un’anima. C’è sempre meno contatto tra il mondo del calcio e la realtà che circonda giocatori e club.
E così, si verificano episodi spiacevoli, come quelli avvenuti nei confronti di Mario Rui, l’ultimo ad essere vittima dei propri sostenitori durante il ritiro. O anche Acerbi, preso di mira dai suoi stessi tifosi della Lazio ad Auronzo di Cadore, costretto a non giocare e restare in tribuna.
Mario Rui preso a pallonate, Acerbi separato in casa: in Italia il problema è evidente
In uno dei primi giorni in Trentino-Alto Adige, Mario Rui, di rientro negli spogliatoi del campo d’allenamento, è stato preso a pallate da un gruppo di pseudo-tifosi presenti sugli spalti, proprio posto sopra al tunnel. Il pallone lanciato dalla tribuna, fortunatamente, non ha colpito il portoghese, che ha solo lanciato un’occhiataccia in direzione dei suoi aggressori.
Si è passato ogni limite.
Questo piccolo gruppo di tifosi, mentre lanciava il pallone per colpire volontariamente il difensore del Napoli, urlava a gran voce al giocatore di lasciare il club. Una scena raccapricciante, che però riporta ad altri tanti episodi spiacevoli.
Basti pensare ad Acerbi, ormai da mesi separato in casa con parte della tifoseria biancoceleste. O Ramsey, preso costantemente di mira dai tifosi della Juventus a causa dei suoi infortuni, delle sue prestazioni e di un amore mai sbocciato. Addirittura, un gruppo di sostenitori bianconeri ha finto un documento per rescindere il contratto, chiedendo al gallese di firmarlo come se fosse un autografo. Chiaramente questa è goliardia. Ma il calciatore, dato che i video sui social viaggiano letteralmente alla velocità della luce, vedrà queste immagini e si sentirà tradito dai fan.
Ben peggio è accaduto a Donnarumma, Calhanoglu e Vlahovic. Il primo, a seguito dell’addio a parametro zero dal Milan, ha ricevuto minacce e insulti. L’altro ex Milan, il centrocampista turco, si è visto protagonista in uno striscione becero e offensivo, nei confronti suoi e della moglie. E ancora, Dusan è stato vittima di insulti razzisti a poche ore dal passaggio in bianconero. I tifosi della Fiorentina prepararono tanti striscioni offensivi nei suoi confronti, appesi nei pressi dello stadio Artemio Franchi.
In tutti questi casi, i veri protagonisti, non sono stati i tifosi, ma persone che hanno ben poca cultura sportiva e senso civico. Mancano di rispetto agli atleti, arrivando a minacciare o minare l’autostima dei calciatori. E’ arrivata l’ora di cambiare atteggiamento. In Italia manca l’educazione allo sport. Manca l’educazione.