Serie A, l’anno degli svincolati: il ritorno di Pogba, possibile revival Icardi e Koulibaly sulla graticola. Come cambia il mercato.
Serie A, il mercato cambia gli equilibri: torna chi doveva andare via e va chi invece sarebbe dovuto restare. Nulla di certo in questo sempiterno mescolare di carte, dove non vince sempre il banco. Forse ha la meglio chi offre di più: nella corsa agli acquisti cambiano le dinamiche ma non le priorità. Dato che non ci sono più i soldi di un tempo, i campioni per muoversi non mettono più al centro i club, ma i procuratori.
Nel senso che rispetto a 10-15 anni fa, in cui l’accordo fra due club era rilevante (quasi più della volontà del giocatore), gli assistiti hanno il coltello dalla parte del manico. Non si trovano bene in una squadra, vanno a scadenza, si mettono d’accordo con un club interessato per liberarsi automaticamente e trattare esclusivamente con la realtà interessata: solo la possibile nuova squadra e il procuratore che, ovviamente, prende la percentuale. Il dialogo si è ridotto e, quindi, anche un certo tipo di compravendita viene meno.
Il ritorno di Pogba, l’arrivo di Di Maria, tutte testimonianze del fatto che gli svincolati di lusso fanno mercato: si elimina un passaggio e si evitano spese folli. Ammesso che poi si sappia affrontare il conguaglio. Lo stipendio va pagato: lì entra in gioco un’altra partita, per questo Dybala (per fare un nome) non ha ancora trovato una sistemazione dopo il divorzio con la Juventus. L’appeal diminuisce non appena aumentano le pretese: i rischi di rappresentare in maniera autonoma e autorevole valore e possibilità.
Questa nuova tendenza fa sì che i Presidenti, per convincere i top player ad accasarsi da loro, si inventino la qualsiasi. Dato che buttarla sui soldi non sempre è redditizio – anche se suona come un ossimoro – occorre lavorare d’astuzia e di fantasia: impossibile non ricordare quando Massimo Ferrero, per portare Eto’o alla Sampdoria, arrivò anche ad offrirgli la figurazione in un film.
Lo stesso ha fatto Berlusconi con Icardi: convincerlo a sposare il progetto del Monza dovrebbe essere più facile, se sul piatto c’è anche un ruolo per la moglie in televisione. Pronta una possibilità – secondo quanto riporterebbe Nicolò Schira – di opinionista a “La Talpa”. De Laurentiis segue a ruota con la figurazione di Cavani, avvenuta davvero, in un suo film “Natale a Cortina” ai tempi del Napoli.
Cristiano Ronaldo passò dalla Juventus al Manchester United e nell’accordo, oltre alla parte economica, ci fu un impegno da parte della società a pagare la villa di CR7. Un’abitazione extra-lusso con cinema interno: roba da film, nel vero senso della parola. Oppure Insigne, dal Napoli al Toronto per soldi e la possibilità di avere un range illimitato – clausola presente nel contratto – di voli privati che gli permetterà di tornare ogni volta che lo riterrà opportuno a Napoli. Lontano ormai dalla squadra, ma sempre vicino alla famiglia.
Ultimo, ma non per importanza, un altro napoletano (acquisito) Kalidou Kolibaly: De Laurentiis, per convincerlo a restare (contro la pressione della Juventus), gli ha offerto un rinnovo da 6 milioni a stagione – per 5 anni – più un futuro da dirigente. Insomma, rinnovi (o meno) non passano più soltanto dal portafogli: è anche una questione di inventiva.
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