Il nostro calcio è malato e necessita di cure, la ricetta arriva dalla UEFA. Gravina accoglie la svolta che rivoluziona la Serie A.
Il calcio è uno dei cuori pulsanti del nostro paese. Il fattore che coinvolge ed influenza società, moda e trend, trasformandosi in una sorta di universo a sé stante. Questo universo però ha sempre viaggiato ai limiti della sostenibilità, in primis economica, ma la pandemia prima e l’incrementarsi di qualsiasi costo poi, ne minano la salute ora in modo definitivo. E’ un problema assolutamente condiviso, più o meno, in tutte le leghe, la Serie A non fa certo eccezione e non naviga in buone acque. Dalla UEFA però arriva la soluzione.
L’idea proposta dalla UEFA è doppia. Una parte è funzionale all’ottenimento delle licenze per partecipare alle coppe europee. L’altra impone delle nuove regole che servono per il monitoraggio costante sulla stabilità, con il controllo dei costi ed una tolleranza prossima allo zero per le morosità.
La soluzione dunque è quella che a dirla tutta alcuni club (anche in Italia) hanno in parte già adottato internamente, vale a dire il salary cap. Un tetto agli stipendi oltre il quale non si vada. La UEFA però ha esteso il provvedimento ben oltre l’aspetto salariale. La riforma entrerà in vigore la prossima stagione.
Riforma UEFA: cosa rischiano i club più ricchi
La riforma, di cui era già uscita una bozza, che la UEFA ha intenzione di introdurre, col totale benestare della FIGC è rivoluzionaria. Prevede il contenimento entro una determinata percentuale di tutte le spese. Questo quindi vale per stipendi, acquisti e relative commissioni per gli agenti. La percentuale sarà fissa ed uguale per tutti, ma subordinata alle entrate della squadra. Il processo sarà graduale, quindi quando entrerà in vigore la prossima stagione i club potranno spendere fino al 90% delle loro entrate. Fino ad arrivare al 70% nel 2025/26. Sono previsti controlli (si parla di dicembre 2023 per il primo) e relative sanzioni per i trasgressori, che saranno sostanzialmente di natura finanziaria.
E’ stato pensato però anche ad un modo per scongiurare la possibilità che le società più abbienti decidano di incorrere nelle sanzioni per poter farsi beffe del regolamento. In caso di recidività, se non addirittura di grossi sforamenti entreranno in vigore delle sanzioni che andranno a toccare l’aspetto sportivo. Restrizioni sui trasferimenti dei calciatori, oppure sul numero in lista A, ma in casi estremi può essere prevista anche l’esclusione dalle competizioni.