Lazio, guerra intestina fra Tare e Lotito: prima di capire dove sia possibile trovare un equilibrio, occorre capire cosa evitare.
Lazio, il mercato come spartiacque. La sessione di compravendita estiva rischia di diventare un terreno di scontro: i contendenti sono principalmente due, Lotito e Tare. Due figure di vertice, l’una più dell’altra, che dovrebbero restituire solidità e sicurezza ma non lo stanno facendo. Si evince non solo dalla mole di comunicati stampa che la società biancoceleste deve fare per smentire le voci di (presunte) liti che ormai sarebbero all’ordine del giorno, ma anche dalle lamentele – quelle invece sono acclarate – di Sarri in cerca di risposte. Il tecnico ha rinnovato con i biancocelesti, ma non è contento del mercato.
Quasi tutto fermo, anche se le trattative proseguono a dispetto dei (pochi) colpi in entrata: Marcos Antonio, Cancellieri e Romagnoli. Sarri ha chiesto altro, a partire da Emerson Palmieri che sembra utopia. Prima c’era il problema (concreto) dell’indice di liquidità, ora c’è la possibilità che il DS non possa fare il proprio compito in serenità. Dato che le frizioni con la presidenza sarebbero all’ordine del giorno.
Lazio-Tare, film già visto: cos’è successo con Inzaghi
La Lazio prova a smentire tutto questo, ma l’ingresso di Fabiani in società non sembrerebbe essere casuale: una nota ufficiale specifica che svolgerà compiti dirigenziali relativi alla prima squadra femminile, primavera femminile e maschile. La prima squadra maschile non c’entra, ma chi segue le vicende biancocelesti sa bene che questo potrebbe essere un banco di prova per l’eventuale salto di qualità: non è la prima volta che Lotito affianca altre persone nell’ambiente per mettere pressione a determinati ruoli.
È già successo con Inzaghi, il tecnico poi ha dato l’addio, ma inizialmente – ai primi segnali di crisi – il Presidente biancazzurro non faceva mistero di parlare contemporaneamente con altri allenatori. Aspetto che non sempre fa sentire tutelato qualcuno, per non parlare delle “sfuriate” pubbliche che potrebbero avvenire – secondo i rumors sono già avvenute – tra Tare e Lotito.
Stesso copione con Inzaghi, in aggiunta alla cena – fissata e poi rimandata, forfait del tecnico compreso – tra tecnico e Presidente. Prima di arrivare a questo, tante tirate d’orecchi a mezzo stampa: “Inzaghi fa così – disse Lotito dopo la conquista della Coppa Italia – vince e si sente subito arrivato, ma certe cose si conquistano con costanza”.
Un tira e molla che non giova a nessuno
Parole che non fecero piacere all’attuale tecnico dell’Inter, il quale rispose – indirettamente – a Lotito dopo aver raggiunto la qualificazione in Champions (traguardo che a Formello mancava da anni) con la Lazio: “C’è qualcuno – disse l’allenatore – che non credeva in me, ma io ho sempre creduto in questo gruppo”.
Un botta e risposta perenne che non giova a nessuno, la storia lo ha dimostrato, ma rischia di ripresentarsi la medesima dinamica: il DS al posto dell’allenatore, ma la sostanza non cambia. Prima di capire dove sia – e a favore di chi – la ragione, sarebbe opportuno interrogarsi sul motivo e la reiterazione di determinate situazioni. Non sempre piacevoli. La Lazio deve pensare al presente, anche sapendo risolvere problemi: non esistono solo le diatribe sul mercato. Spesso sono quelle fuori che fanno la differenza.