Napoli%2C+De+Laurentiis+e+la+fedelt%C3%A0+agli+idoli%3A+un%26%238217%3Butopia+fuori+tempo
calciotodayit
/2022/07/01/napoli-de-laurentiis-fedelta-idoli/amp/
Calcio

Napoli, De Laurentiis e la fedeltà agli idoli: un’utopia fuori tempo

Aurelio De Laurentiis nel bel mezzo di una rivoluzione: il Patron partenopeo sta cambiando atteggiamento e fondamenta della squadra.

Aurelio De Laurentiis, una vita nel cinema insegna a guardare la quotidianità con più disillusione: un produttore ha a che fare ogni giorno con delle storie, forse per questo sceglie certi ambienti. Così può ascoltare le vicende degli altri, sponsorizzarle anche, e pensare che non sia già tutto deciso.

De Laurentiis e la fedeltà agli idoli (ANSA)

Gassmann, Vittorio, soleva dire che i cinema sono come le chiese: le persone i propri peccati li confessano lì. De Laurentiis, magari, fa i conti con le proprie mancanze attraverso il grande schermo: una storia piuttosto che un’altra suonano come sfide perenni, quelle che lui – come ognuno di noi nel proprio – certe volte ha rimandato per esitazione o semplicemente per timore.

Napoli, De Laurentiis allergico agli “idoli”: la rivoluzione di mercato partenopea

Errare è umano, perseverare è diabolico. Quindi quando passano i titoli di coda, occorre tornare alla vita reale. Quotidianità fatta di scadenze e priorità che racchiudono anch’esse storie inedite e per certi versi originali. Il calcio è ricettacolo di favole perenni, De Laurentiis con il proprio ruolo – quello di Presidente, stavolta – ha il potere di spegnerle oppure no. Si veda, per esempio, il caso Insigne: una vera e propria storia d’amore a cui è mancato soltanto il lieto fine.

Il Presidente del Napoli pronto alla rivoluzione (ANSA)

Secondo molti l’ha tolto, sarebbe meglio dire risparmiato visto che le divergenze erano di natura economica, il Presidente azzurro. L’uomo spegne qualsiasi concetto favolistico legato al calcio: non esistono (più) idoli, non servono bandiere, occorre pensare agli obiettivi. Il profitto al posto dei sogni, così Insigne è diventato un indisponente nel muro contro muro e De Laurentiis l’avrebbe messo alla porta. Questo l’alibi che si è dato.

Per Mertens, invece, la storia è diversa ma con molte similitudini: un uomo che ha costruito la propria napoletanità acquisita come un valore aggiunto anziché un fardello, costretto però ad arrendersi alla più triste evidenza. “Nessuno – dice – mi ha chiamato per rinnovare”. Dopo anni di sudore, gol e lacrime, trattato come uno di passaggio. Il sentore della piazza è questo.

Insigne e Mertens dolci ricordi, ora tocca a Koulibaly: un uomo, un destino

Se nei primi due casi è possibile – anche – parlare di severità da parte dei tifosi, riesce più difficile farlo con la terza “favola partenopea” alimentata ai piedi del Vesuvio: Kalidou Koulibaly. Senegalese all’anagrafe, partenopeo acquisito: leader difensivo, uomo spogliatoio, attaccato alla maglia come pochi. L’unico in grado di usare pubblicamente – in un’intervista all’estero – il concetto di città-Stato per definire Napoli e il Napoli: “L’atmosfera è quella di quando si gioca per la Nazionale – sottolinea – è un cuore pulsante che non smette mai di battere”.

Koulibaly, il futuro ancora da scrivere a Napoli (ANSA)

Questa fedeltà potrebbe ulteriormente essere messa in discussione perchè di rinnovo – nemmeno stavolta – se n’è parlato. O meglio: non ancora. De Laurentiis, dopo l’esodo dei senatori, prende tempo. L’impressione, però, è che non ce ne sia più. Quando si gioca con la clessidra, bisogna avere ben presente il confine tra realtà e finzione: nel nostro mondo, ciò che trascuri se lo prende qualcun altro.

Profitto e passione: l’eterna lotta dei sognatori

Magari il Patron con la “cacciata” da Napoli di Insigne e Mertens ha voluto dimostrare che conta solo la maglia: dirlo è facile, metterlo in pratica un po’ meno. Un palazzo, senza pilastri, difficilmente regge. Se il belga e il napoletano non lo erano, difficile pensare chi altri possa esserlo. Anzi, uno c’è: ancora per poco. Qualora De Laurentiis dovesse lasciar andare anche lui, l’effetto boomerang sarebbe dietro l’angolo: una squadra di calcio è un’azienda esattamente come le produzioni cinematografiche, entrambi però senza mordente – in questo caso senza lieto fine – non vanno avanti.

Koulibaly è l’unico lieto fine disponibile: il solo fattore che convincerebbe la piazza ad avere ancora qualcosa in cui rispecchiarsi. Qualcuno da prendere a modello. Il calcio è contrapposizione, ma anche rappresentanza. Conta il profitto – come al cinema – ma poi a farla da padrone sono le emozioni: quelle riempiono gli stadi. Il difensore (e qualcun altro) l’ha capito, ma a quale prezzo? Nei prossimi giorni potremmo scoprirlo.

Andrea Desideri

Andrea Desideri. Giornalista freelance, appassionato di cinema, speaker radiofonico, sollevatore di pinte e romantico quando serve.

Share
Published by
Andrea Desideri

Recent Posts

  • Calciomercato

Leao bocciato, in estate sarà addio: il sostituto costa 25MLN

La sostituzione contro il Torino conferma che il rapporto tra il Milan e Leao è…

3 ore ago
  • Calciomercato

Allarme Calhanoglu, in estate diventa bianconero: l’Inter si arrende

Il futuro di Hakan Calhanoglu può clamorosamente cambiare al termine della stagione: il centrocampista turco…

6 ore ago
  • Calcio

Sarri di nuovo in panchina: ha scelto il ritorno al passato

Arrivano delle nuove notizie su quello che può essere il futuro di Maurizio Sarri pronto…

10 ore ago
  • Calcio

Serie A, riecco Donadoni dopo sette anni: la rivelazione – CdS

Diversi i cambi in panchina e con gli esoneri che sono stati ben nove in…

14 ore ago
  • Calcio Estero

Crisi senza fine, esonero immediato: il sostituto è italiano

La sconfitta di questa sera potrebbe portare la dirigenza a prendere una decisione importante in…

24 ore ago
  • Calciomercato

Affare Lucumì, firma con una big di Serie A: 22 milioni subito

Jhon Lucumì si sta comportando benissimo con il Bologna e si sta confermando uno dei…

1 giorno ago