Lukaku non sarebbe il primo a tornare in una squadra lasciata l’anno prima: quali sono i 5 ritorni che hanno coinvolto big di Serie A.
Romelu Lukaku ha voglia di Inter. Un anno dopo lo Scudetto vinto e l’orgoglioso ritorno al Chelsea, per dimostrare la sua forza nella squadra campione d’Europa, sente la mancanza del nerazzurro sulla pelle. Marotta l’ha venduto al Chelsea per una cifra intorno ai 90 milioni di euro, ma dopo un anno il suo ritorno a Milano è cosa fatta.
D’altronde, i Blues stanno facendo i conti con tanti altri elementi in uscita, e privarsi di una punta del genere dopo un solo anno significherebbe una cattiva minusvalenza, oltre che un pessimo biglietto da visita per la nuova proprietà. Ma in fondo, il belga non è mai stato veramente a suo agio a Londra. Un suo ritorno all’Inter rientrerebbe in quei classici casi in cui ci si accorge del valore di qualcosa solo quando lo si è perso.
I 5 ritorni “a casa” dopo un solo anno dall’addio
Tanti altri giocatori ci sono passati prima di lui, anche in Serie A: oltre a quelli da una squadra italiana all’altra, c’è anche chi si è trovato male in Italia, e dopo un solo anno è tornato all’estero. Tra questi, noi di CalcioToday abbiamo voluto raccogliere i cinque casi più eclatanti di ritorno dopo una toccata e fuga in un’altra squadra.
Leonardo Bonucci (Juventus-Milan-Juventus)
Il precedente che torna subito alla mente di tutti, ovviamente, è quello più recente di Bonucci. Un difensore amatissimo dalla Juventus, con il quale ha vissuto però un periodo difficilissimo nella stagione 2016-17, dal famosissimo episodio dello sgabello in tribuna ad Oporto fino alle polemiche relative al presunto litigio nello spogliatoio bianconero durante la finale di Champions League.
Momenti che hanno portato ad una rottura definitiva ed alla clamorosa cessione al Milan per 42 milioni euro. Arrivato in rossonero per “spostare gli equilibri”, il viterbese ha tuttavia offerto prestazioni deludenti. Bonucci non ha infatti mai dimenticato Torino, in cui ha fatto subito ritorno per la stagione 2018-19. I tifosi di Madama non gli hanno mai perdonato il tradimento, e, nonostante lui sia tornato quello di un tempo, il rapporto con il pubblico juventino non si è mai ricomposto per davvero.
Christian Vieri (Atalanta-Fiorentina-Atalanta)
Nell’annata 2006-07, Vieri era tornato nell’Atalanta a 11 anni di distanza dalla prima volta, ma i numeri più che rivedibili (solo sette presenze e due reti in Serie A) lo indussero a non rinnovare il contratto con i nerazzurri, trasferendosi alla Fiorentina. In viola i gol furono nove tra Serie A e Coppa UEFA (con un errore decisivo nei calci di rigore, in semifinale contro i Rangers). Così, per il campionato 2008-09 fece ritorno a Bergamo sebbene i tifosi della Dea avessero protestato platealmente. Sarà quello l’ultimo – altrettanto deludente – anno di Vieri in Italia (nove gettoni e due soli gol).
Hristo Stoickov (Barcellona-Parma-Barcellona)
Tra le illustri meteore passate in Italia, c’è anche quella di Stoickov. Per la stagione 1995-96, il fenomenale bulgaro venne acquistato dal Parma per farne anche l’uomo-immagine della Parmalat negli USA. Il rapporto del giocatore con il Barcellona e con Johan Cruyff, infatti, era completamente deteriorato, tanto che venne ceduto agli emiliani per 13 miliardi di lire. Ma in Italia la sua storia cominciò con un infortunio e finì peggio: per quasi tutta la stagione fu riserva di Filippo Inzaghi e Gianfranco Zola. Così, alla fine, tornò in quella che era casa sua, a Barcellona.
Ruud Gullit (Milan-Sampdoria-Milan-Sampdoria)
Dopo essere stato uno degli artefici del grandioso Milan di Arrigo Sacchi e Fabio Capello (tra il 1987 ed il 1993), Gullit fu scaricato dal Diavolo perché ritenuto troppo vecchio. Nell’estate del 1993, quindi, scelse la Sampdoria per rilanciarsi, dopo il lungo corteggiamento del presidente Paolo Mantovani. Anche in blucerchiato l’olandese si distinse, risultando decisivo per la conquista della Coppa Italia.
Pensando di essersi vendicato – anche con un gol contro il Milan – Gullit fece ritorno tra i rossoneri nell’estate del 1994. A posteriori, però, definì quello uno dei suoi errori più grandi in tutta la carriera, tanto da tornare a titolo gratuito a Genova già dal novembre dello stesso anno. Ma a 32 anni, anche alla Sampdoria chiuse in maniera anonima la sua avventura, passando poi al Chelsea.
Ian Rush (Liverpool-Juventus-Liverpool)
Rush, nel calcio italiano, rappresenta forse una delle più grandi delusioni. Il bomber juventino John Charles incoronò il collega all’arrivo, dipingendolo come uno dei più grandi goleador dei tempi. In effetti, al Liverpool lo era stato, con 207 gol in 331 partite giocate.
La Juventus chiuse la trattativa nella stagione 1987-88 per 7 miliardi di lire, ma l’investimento fu fallimentare. Il gallese non riuscì mai ad ambientarsi, sia per difficoltà linguistiche che per difficoltà tecnico-tattiche. Soffriva troppo la fisicità dei difensori italiani ed un anno dopo tornò ad Anfield. In Italia disse, però, di essere comunque diventato un giocatore più completo, e non essere più, solamente, un semplice cannoniere.