Il capitano della nazionale Donnarumma si è esposto in un modo poco difendibile per stile e per ruolo con la risposta polemica a Tiziana Alla
La risposta stizzita alla giornalista RAI Tiziana Alla dopo la netta sconfitta dell’Italia contro la Germania è il caso del giorno. Gianluigi Donnarumma è il capitano della nazionale, il portiere che ha parato i rigori decisivi nella serie contro Spagna e Inghilterra all’Europeo, vittorie nel cui ricordo ancora ci culliamo. E che per questo rendono più difficile l’avvio del nuovo corso: guardare al passato con nostalgia è più rassicurante che affrontare un futuro che richiede prese di coscienza meno piacevoli. Ma questa è un’altra storia.
Stavolta Donnarumma non è difendibile. Non è questione di poca eleganza nel rispondere a una giornalista che pone una domanda legittima di fronte a un errore. E il fatto che la giornalista fosse una donna, in questo caso, non fa alcuna differenza.
La differenza la fanno il merito dell’episodio, lo status che Donnarumma ha acquisito all’interno della nazionale. E quello che il combinato disposto dei due fattori richiederebbe in termini di comportamento fuori dal campo.
Il capitano della nazionale può sbagliare, ci mancherebbe. E indubbiamente Donnarumma qualche incertezza con i piedi l’ha già dimostrata. Con la maglia dell’Italia, di recente, contro Svizzera e Irlanda del Nord. Ma ci sono anche tifosi del Milan che ricordano episodi più lontani nel tempo, addirittura del 2017 (a Pescara) e del 2019 (contro la Sampdoria). E poi c’è l’episodio a chi ha fatto riferimento Donnarumma, cruciale per l’eliminazione del PSG contro il Real Madrid in Champions League.
“Quando mi è capitato? Eh? Contro il Real, con un fallo? Ma dai… se vogliamo fare polemiche fate pure, dammi pure la colpa, sono il capitano, me la prendo” ha detto il portiere e capitano azzurro alla giornalista RAI dopo la partita di Nations League contro la Germania. Il fallo di cui parla Donnarumma sarebbe quello di Benzema, che aveva scatenato la protesta violenta del presidente del PSG dopo la partita.
Qui nessuno vuole fare polemiche, e certo Tiziana Alla della RAI non ha bisogno di CalcioToday perché sia difesa la sua serietà professionale. Donnarumma è il capitano della nazionale. Ed essere il capitano della nazionale, soprattutto quando poi un errore lo si commette, significa anche mostrare di sentirsi sulle spalle quella responsabilità.
Vuol dire, come piace dire in questi casi, metterci la faccia e non soltanto per attaccare o negare l’errore. Il rispetto che si deve al capitano della nazionale passa anche per il merito dei comportamenti, e non solo per il livello delle prestazioni.
Certo, l’Italia non perde solo perché Donnarumma sbaglia un passaggio. Non perde soprattutto perché Donnarumma sbaglia un passaggio. Ma l’errore c’è. E l’ampiezza maggiore dei compiti richiesti a un portiere nel calcio moderno aumenta le possibilità di uno svarione. Negare l’errore, che è una forma comprensibile di autodifesa, non aiuta. Soprattutto se sei il capitano della nazionale. Soprattutto se sei il capitano di una nazionale senza le certezze di un anno fa.
Senza contare, poi, che per iniziare a lavorare per migliorare, serve avere e mostrare consapevolezza del problema. Donnarumma, da tutti i punti di vista, può migliorare molto.
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