Pellegrini ha esaudito il desiderio di Fabio Ridolfi. Uomo che ha ottenuto il consenso per la sedazione profonda: l’omaggio del calciatore.
Lorenzo Pellegrini ha compiuto un’impresa particolare che non si esaurisce soltanto sotto il cielo di Tirana: il Capitano giallorosso si è spinto oltre per dimostrare che fuoriclasse non è una parola abusata. I campioni – quelli veri – si contano sulle dita di una mano: la stessa che stringono a fan ed estimatori.
Dipende dalle giocate che fanno, ma ancora prima dalle scelte che mettono in evidenza: il percorso di ciascuno è fatto dalle decisioni che prende. Lorenzo Pellegrini, nel momento in cui sceglie di sostenere Fabio Ridolfi, uomo affetto da tetraparesi spastica che ha chiesto e ottenuto il suicidio assistito, decide di fare una scelta di campo ben precisa. Comprendere che la sua presenza, oltre che d’esempio, può essere vista come un sollievo. L’ultimo, per qualcuno che non vorrebbe avere più alcun motivo per soffrire.
Pellegrini in prima linea per i diritti umani: il gesto spontaneo per Ridolfi
Il calcio è solo uno sport, ce l’hanno insegnato come mantra: convinzione che finisce non appena un uomo che sta per concludere il proprio cammino – come ultimo desiderio – chiede di poter conoscere il proprio idolo. Pellegrini ha dimostrato che le bandiere esistono ancora e il vento continua a farle sventolare: i calciatori non sono “undici persone che corrono dietro a un pallone”, ma esseri umani con storie, emozioni e qualità.
Una, la più profonda: capire gli altri. Cercare di farlo ogni giorno è l’azione più difficile e bella. “Te ne vai da Campione d’Europa”, ha detto Pellegrini a Ridolfi. Sicuramente il 46enne l’ultimo sorriso l’ha speso per un’emozione attesa una vita, che ripaga – per quanto possibile – giorni di stenti. Pellegrini, come hanno già fatto Totti e Del Piero in precedenza, mostra il proprio lato più intimo per offrire un atto di veridicità come traccia indelebile agli occhi di chi sta per lasciare questo mondo. L’ultima cosa che vedrà sono gli occhi del proprio idolo. Il calcio doveva essere solo uno sport, ma menomale che può diventare molto di più: un’occasione per riflettere su temi importanti e a lungo rimandati.