È la penultima chiamata in vista dei Mondiali 2022, uno degli ultimi atti per completare il quadro dei partecipanti al prossimo evento in Qatar
Lo chiamano la Tigre. É Ricardo Gareca, il CT della nazionale peruviana che quest’oggi ha la grandissima opportunità di acciuffare all’ultimo tentativo un posto ai Mondiali 2022 in Qatar.
Un passato di attaccante rispettabilissimo in Sudamerica con tre finali in Copa Libertadores, 20 presenze con la nazionale argentina e una lunga militanza tra Boca Juniors, River Plate, Velez Sarsfield.
Indipendentemente dagli aspetti più bizzarri di una sfida che in Perù è sentitissima, al punto da scomodare i riti sciamanici degli stregoni delle foreste, questa per il Perù è una grande occasione. Quella di tornare per la seconda volta consecutiva nel calcio che conta dopo assenze che sono durante fino a 36 anni.
Paradossalmente uno dei cinque gol che l’Argentina segnò al Perù negandogli una presenza Mondiali lo segnò proprio lui, la Tigre. Era il 1986.
Gareca ha già parzialmente riscattato il suo debito accompagnando Los Incas ai Mondiali in Russia nel 2018 senza tuttavia andare oltre il primo turno della frase a gironi, conquistando un’unica vittoria, proprio contro l’Australia, eliminata anch’essa.
Mondiali 2022, l’ultimo playoff
Si può considerare uno dei commissari tecnici più veterani in un panorama generale dove gli allenatori, tra coppe continentali e qualificazioni mondiali, scoppiano come tappi di champagne. È sulla panchina del Perù dal 2015. una squadra con un paio di individualità estremamente interessanti come quelle rappresentate da Edison Flores e Miguel Trauco. Ma soprattutto tanta concretezza.
Perché per Gareca il calcio fondamentalmente è ritmo e applicazione. Togliere spazio e fiato alla squadra avversaria. L’Australia, che gioca le eliminatorie in Asia, applica un calcio completamente diverso, fisico e fatto di passaggi lunghi e sviluppo verticale. L’eliminatoria asiatica che ha visto l’Australia strappare l’unico posto disponibile dell’ultimo play off agli Emirati Arabi Uniti è stata una delle trasmissioni televisive più seguite in Perù.
Australia – Perù
I Socceroos sono alle prese con un considerevole rinnovamento. Giocatori importanti di Russia 2018 come Mile Jedinak e Tim Cahill si sono ritirati. L’Australia non ha grandi interpreti internazionali di esperienza consolidata.
L’unica vera stella è Ajdin Hrustic, campione in Europa League con l’Eintracht Francoforte. E un ‘italiano’, il difensore del Brescia Karacic. Una squadra con pochi giovani e pochissimi nomi di grande rilievo.
Da una parte dunque un’Australia fisica e in evoluzione.
Dall’altra un Perù che gioca a memoria e che Gareca ha costruito con un lento lavoro di allestimento durato ben sei anni, imbattuto in casa da quasi un anno. Con un pizzico di Italia grazie a Gianluca Lapadula, che con la maglia biancorossa ha ottenuto un attaccante una consacrazione internazionale, sette gol in 21 presenze.
Si gioca alle 20 allo stadio Ahmad bin Ali di Al Rayyan. In caso di parità supplementari e rigori. Chi vince raggiunge il Gruppo D insieme a Francia, Danimarca e Tunisia.
Domani, stessa ora, l’ultimo atto tra Nuova Zelanda e Costa Rica. Poi, considerando la riconferma dell’Ecuador nonostante lo scandalo riguardante Byron Castillo, il quadro delle partecipanti ai Mondiali 2022 sarà completo.