Koulibaly difende Napoli: perché la città del Comandante è antirazzista

Koulibaly difende Napoli dagli attacchi della stampa: tre motivi per cui la città del Comandante è antirazzista.

Kalidou Koulibaly ci mette la faccia, in un momento delicato della sua carriera e della sua esperienza a Napoli. Avrebbe potuto far finta di nulla, andare oltre e non rispondere alle provocazioni. E invece, ha tuonato e zittito chi ha offeso la “sua” città.

Kalidou Koulibaly, difensore del Napoli
Kalidou Koulibaly difende Napoli (LaPresse)

In un articolo di recente pubblicato su Il Giornale, si legge che Koulibaly avrebbe dovuto sopportare all’inizio della sua avventura in azzurro “le peggio cose” e che sarebbe stato “schivato per strada, come una scimmia” dai napoletani.

Kalidou è in vacanza, si sta godendo le meritate ferie dopo gli impegni in nazionale ed è stato richiamato all’attenzione da queste parole, che lo hanno ferito. Da buon centrale, ha spazzato via le polemiche e ha difeso la città che l’ha praticamente adottato.

Napoli è una città magica“, diceva il difensore senegalese in un’intervista su DAZN. E di certo non si riferiva solo ai luoghi e alle bellezze monumentali, ma anche alla gente che popola le strade. La stessa gente che non si è mai tirata indietro quando Koulibaly è stato vittima di ululati razzisti su altri campi di Serie A. Come a Firenze di recente.

Tre motivi per cui Koulibaly ha ragione: Napoli è antirazzista

Striscione contro il razzismo in Napoli-Bologna del 2018
Striscione contro il razzismo in Napoli-Bologna del 2018 (LaPresse)

Mentre De Laurentiis e l’entourage del calciatore negoziano sul rinnovo, Kalidou Koulibaly prende le difese di Napoli e si schiera con l’intera città, diffamata ancora una volta ingiustamente. “Napoli città antirazzista“, scrive il numero 26 azzurro. E lo fa condividendo una foto che evidentemente gli sta molto a cuore.

Era il 2016, quando Koulibaly subì insulti razzisti all’Olimpico contro la Lazio. Nella gara successiva in casa, Napoli rispose con un gesto apprezzato in tutta Europa. Centinaia e centinaia di maschere del volto di Kalidou apparse sugli spalti per dimostrare affetto e vicinanza al campione senegalese.

Storia su Instagram di Kalidou Koulibaly
Storia su Instagram di Kalidou Koulibaly (Screenshot)

L’episodio si ripeté qualche anno dopo e in un Napoli-Bologna i supporter napoletani attaccarono striscioni e portarono cartelloni con su scritto “stop al razzismo“. Koulibaly ha sempre apprezzato il gesto dei suoi tifosi, che non si sono mai tirati indietro nel difenderlo e lottare contro uno dei mali della società.

Inoltre, in un evento sociale “Un calcio al razzismo”, il Comune ha convocato proprio Koulibaly, che si è sentito onorato di lanciare un messaggio di testimonianza “contro ogni forma di razzismo e violenza“.  E questi sono solo alcuni degli episodi che dimostrano quanto effettivamente la vecchia Partenope sia una città totalmente distaccata da quanto scritto dal quotidiano Il Giornale.

Per le strade si respira inclusione, integrazione e convivialità tra etnie diverse. Certo, come tutte le grandi metropoli non sempre va tutto come dovrebbe andare. Ma dal Rione Alto a Via dei Tribunali, passando per i quartieri periferici, italiani, francesi, marocchini, senegalesi, cinesi e arabi, vivono tutti sotto lo stesso cielo, dentro una città definita da Pino Daniele dai mille colori. Perché Napoli è davvero mille colori. Piena di contraddizioni, di aspetti positivi e negativi, come qualsiasi altro angolo della Terra. Ma a Napoli sai ca’ nun si sulo, perché la solidarietà non manca mai e qualcuno ti aiuterà, ti ascolterà, sarà al tuo fianco. Proprio come i napoletani con Koulibaly.

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