Vialli presidente della Samp? Quali altre bandiere sono state a capo di un club. Si fa insistente la voce di un fondo d’investimento made in USA che vuole rilevare il club doriano
Molti club di primo piano della nostra Serie A sono di proprietà di imprenditori e fondi d’investimeno stranieri, con una massiccia presenza di business man americani. Bologna, Genoa, Parma, Fiorentina, Milan, e Roma parlano soprattutto l’inglese contaminato con il titpo slang statunitense.
E a quanto pare la colonia di società nel mirino di ricchi uomini d’affari made in USA è destinata a crescere.
Da Genoa giungono voci e indiscrezioni sempre più insistenti di un concreto interesse di investitori a stelle e strisce nei confronti della Sampdoria che attualmente è di fatto senza un vero proprietario. Da quando il presidente Massimo Ferrero è finito agli arresi, il club doriano è gestito dagli amministratori della società con l’ex difensore Marco Lanna alla presidenza.
Da quanto risulta ad alcuni cronisti molto vicini alle questioni blucerchiate, un fondo americano sarebbe vicinissimo all’acquisto del club e come prima mossa vorrebbe insediare nel ruolo di presidente Gianluca Vialli, protagonista della Samp campione d’Italia del 1991.
Se l’operazione andasse in porto, la presenza di Vialli in società infonderebbe entusiasmo e fiducia nella tifoseria sampdoriana che ritroverebbe al vertice del club uno dei giocatori più amati della storia blucerchiata.
Non si tratterebbe, comunque, di un inedito. Nel passato, altri giocatori simbolo hanno assunto il comando delle società di cui sono diventati autentiche bandiere. Gli esempi più eclatanti sono soprattutto due: Giorgio Chinaglia, centravanti leggendario e autentico trascinatore della Lazio nella straordinaria conquista dello scudetto del 1974.
E poi Gianni Rivera, che per un breve periodo di interregno tra un proprietario e l’altro, assunse la presidenza del Milan.
Vialli presidente della Samp, come Rivera del Milan
L’ex numero dieci rossonero, uno dei più grandi campioni nella storia del calcio italiano, non si è mai allontanato dal suo Milan. Anche dopo il ritiro dall’attività agonistica, nell’estate del 1979, Rivera rimase nei quadri dirigenziali della società.
Più roboante ma meno fortunata fu l’esperienza di Chinaglia alla presidenza della Lazio: nel 1983 l’ex numero nove si presentò a Roma annunciando di avere alle spalle importanti investitori americani. Ma la realtà era ben diversa, tanto che tre anni dopo Long John lasciò il club in uno stato pre fallimentare.