Sandro Tonali è uno dei giocatori migliori della stagione appena conclusa. Ha vinto lo Scudetto, ma possiede anche qualche ombra.
Tonali si è preso il centrocampo del Milan e la scena. Il merito non è solo di uno Scudetto che mancava dal 2011, ma anche e soprattutto di una stagione da incorniciare. La scommessa di Pioli è stata superata da certezze sempre nuove: Tonali è un uomo chiave, la maglia 8 di Gattuso è sempre più sua: niente paragoni, solo obiettivi da raggiungere.
Questo sembrerebbe essere il nuovo mantra del giovane. Anche se, a ben guardare, ragionava così sin dal Brescia. Quando lo paragonavano a Pirlo e lui prendeva tempo. Oggi si prende, con merito, gli applausi. C’è, però, dell’altro.
Sandro Tonali, “bestia rossonera” dell’oratorio
Il talento di Tonali non è figlio dell’improvvisazione: centrocampista per vocazione, ha seguito le orme del cantante Blanco. Macinava chilometri sui campetti delle scuole calcio, ma ancora prima andava all’oratorio. Il parroco lo cacciò dal campetto: la rivelazione sembra incredibile ma è pura realtà. Erano gli anni 2000 e Tonali giocava come tanti bambini e ragazzi, ma gli chiesero di allontanarsi perchè non era al passo con gli altri.
Troppo forte e, quindi, non si divertiva nessuno. Poi l’approdo alle scuole calcio: “Mi hanno insegnato tutto”, racconta a Repubblica. Sandro Tonali, pane e semplicità. Anche se a volte non basta. Infatti, laddove c’è il talento, poi serve un trampolino. Nel suo caso è arrivato Cellino. Il resto è storia, il resto è Milan. Uno Scudetto al sapore di sogno, proprio come quando era in oratorio.