Gattuso e Ancelotti, ora in Liga, hanno in comune Napoli. Una piazza che li ha accolti, idolatrati e accompagnati.
Gattuso e Ancelotti, due facce della stessa medaglia. Sempre insieme, dal Milan in poi. Hanno in rubrica il nome evidenziato l’uno dell’altro: ci sono sempre, si sentono spesso. Com’è successo non appena Gattuso è stato chiamato a Napoli per sostituirlo: un’eredità non facile che il tecnico ha raccolto portando una Coppa Italia e il sogno Champions League solo sfiorato con l’incognita Covid e infortuni.
Poi la fine con i partenopei, sia per l’uno che per l’altro avvenuta in malo modo. Senza spiegazioni, con tanti perchè ma forse non del tutto sufficienti per alcuni che oggi li vedono in Liga e pensano “Magari abbiamo giudicato male”. Oppure: “Si poteva fare di più”. Qui non c’entra solo il senno del poi, ma è un training autogeno costante che il tifoso partenopeo applica sempre. Non appena vede che fuori le cose funzionano.
Gattuso e Ancelotti, il Flamenco delle panchine: dai “quartieri spagnoli” alla rinascita in Liga
Ancelotti e Gattuso a Napoli sono stati una specie di fallimento: continuare a dirsi che non è andata resta una consolazione marginale. Soprattutto quando vedi il tecnico di Reggiolo fare la storia ovunque sia andato. Tranne quando addosso aveva i tuoi colori. Allora forse qualche domanda in più vale la pena farsela: sarà una questione di ambiente? Anche Gattuso a Valencia è stato accolto come un eroe e a Napoli già non lo ricordano più. Questione di passione? Che brucia tutto intensamente, per non lasciare nulla al caso e ai ricordi.
La mente intanto viaggia e chi è legato ai colori di Castel Volturno non può fare a meno di pensare che gli ex partenopei poi hanno un riscatto altrove. Vedi Napoli e poi vinci, in molti sperano sia solo una coincidenza. Quel che è certo è che, quando arrivi dai “quartieri spagnoli”, solo in Spagna puoi finire. Uè e Olè si soomigliano, anche se la battaglia (quella sul campo) deve ancora cominciare. Gattuso, che ha accompagnato il suo mentore, spera di imitarlo anche stavolta. Con buona pace dei partenopei.