Lo struggente omaggio della Scozia all’Ucraina: “Al Mondiale per noi”

Dopo la vittoria dell’Ucraina ad Hampden Park la Scozia continuerà a sostenere la nazionale ucraina, non solo economicamente

Le immagini di Hampden Park, con il pubblico scozzese che dedica ai giocatori ucraini il proprio inno “Flower of Scotland” sono da brividi.

Scozia Ucraina
Un tifoso ha cucito insieme le bandiere di Scozia e Ucraina (AP LaPresse)

É raro vedere qualcosa di tanto prezioso e umano su un campo di calcio. Soprattutto al giorno d’oggi.

Non molti sanno che la Scozia, fin da quando ha saputo di dovere ospitare l’Ucraina per l’ultimo playoff dei Mondiali, ha sostenuto economicamente la squadra, costretta ad allenarsi lontano da casa in modo davvero avventuroso.

Alcuni giocatori hanno raggiunto il ritiro pochi giorni prima della partita. Altri hanno lasciato la loro famiglia con il mandato di un intero paese di dare tutto. E ora che la squadra ha passato il turno, e giocherà con il Galles la gara decisiva, tutto assume un contesto diverso.

La Scozia per l’Ucraina

La Scozia, di fatto, ha adottato l’Ucraina. Non solo da un punto di vista sportivo. Con un programma denominato Ukraine Sponsorship Scheme tutti gli ucraini sfollati e in fuga dal loro paese sono potuto andare in Scozia grazie a visti speciali accordati con l’aiuto dei cosiddetti sponsor. Semplici cittadini. Che hanno fatto da garanti prestando casa, residenza, anche soldi e in qualche caso la reputazione. Un adozione di famiglie e di interi villaggi.

In Scozia tre mesi fa sono arrivati 3mila sfollati. Oggi sono quasi 12mila. Molti erano allo stadio: gratis, con biglietti pagati dai propri adottanti. Hanno diritto a scuola, servizi sociali e medici, e se l’emergenza umanitaria del loro paese dovesse continuare potranno restare se vorranno e in tre anni avere un passaporto britannico. Anche se la stragrande maggioranza degli ucraini che vivono in Scozia vuole tornare a casa. Ammesso che una casa la trovino ancora.

I tifosi scozzesi, gente che da secoli si definisce internal exiled, esiliati in casa propria, e che ha subito per secoli una feroce persecuzione prima bellica, poi politica e infine commerciale, ha ascoltato l’inno ucraino in religioso silenzio. Poi, a fine gara, di fronte alla propria squadra che aveva perso, ha applaudito i suoi giocatori dedicando a quelli avversari una standing ovation e le parole del loro inno nazionale. Nessun programma, tutto è partito spontaneamente dal pubblico: “I giorni di guerra sono passati ormai, e in passato devono rimanere. Ma possiamo ancora alzarci adesso ed essere di nuovo la nazione che si oppose a un ottuso invasore”.

Da due giorni i tifosi scozzesi hanno inaugurato un nuovo hashtag #ukraine4scotland . Giusto che l’Ucraina vada al Mondiale anche per la Scozia. Due paesi diversi e lontanissimi, per lingua e stile. E ora fratelli. Anche per merito di una partita di calcio.

L’Ucraina giocherà con il Galles domani al Millenium Stadium di Cardiff alle ore 18.

L’omaggio di Hampden Park all’Ucraina

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